Non sono solo fabbriche chiuse e città deserte, anche il commercio del vino in Cina nell’emergenza Coronavirus ne sta risentendo, soprattutto sulla parte che riguarda gli eventi.

Grandi aziende mondiali hanno già affermato di avere problemi di fornitura, dalla Toyota ad Apple, visto che la maggior parte dei componenti arriva da laggiù. Potrei fare qualche commento sulla mancanza di furbizia nell’appoggiarsi ad un unico fornitore che è poi anche unico cliente. Ma naturalmente fino ad ora andava bene a tutti,  come scrivevo in questo post di tre anni fa, senza accorgersi di aver creato un Single Point of Failure, un punto nel processo che rende debole tutta la catena.

Per quel che riguarda il vino, sono ferme le esportazioni di quello europeo, soprattutto francese ed italiano, verso i mercati cinesi, a causa del fermo dei voli. Alitalia, Air France, Lufthansa, British Airways hanno tutte annunciato di non effettuare voli da e per la Cina.

Annullate o rimandate le fiere del vino in Cina

Se per l’export di merci comunque restano i cargo, che però rischiano di tornare indietro vuoti creando perdite consistenti agli armatori, per i viaggiatori diventa impossibile raggiungere il paese della Grande Muraglia. E questo in un periodo in cui sono, o erano, previste fiere internazionali dedicate al vino.

La China Food&Drinks Fair era programmata a Chengdu dal 22 al 25 marzo; si tiene dal 1955 due volte l’anno, in autunno e in primavera; negli ultimi anni erano presenti fino a 3000 aziende e 500.000 wine traders. Sul loro sito non compaiono alert su eventuali rinvii, ma sul riquadro delle date c’è scritto To Be Announced. Anche altri grandi eventi dedicati al commercio del vino in Cina nell’emergenza Coronavirus rischiano di essere annullati.  Ad esempio la Vinexpo Hong Kong 2020, a maggio, dove era previsto un focus sui vini del Cile; oppure a giugno il China Roadshow, manifestazione organizzata da Wine Australia . Il CEO Andreas Clark scrive che:

In questa fase, è troppo presto per prendere una decisione su Chengdu a marzo, Vinexpo Hong Kong a maggio e China Roadshow a giugno, visto che il governo cinese ha cancellato eventi di febbraio in cui ci sarebbero stati grandi raduni di persone, ma fino ad oggi non è stata intrapresa alcuna azione sugli eventi a marzo o successivi

Anche un’altro importante evento cinese è stato rimandato, il ProWine Asia 2020 inizialmente previsto per la fine del mese di marzo.

Dall’insorgere della crisi virale, l’unica fiera importante del vino in Europa è stata VinExpo Paris, che però non sembra aver riscontrato una diminuzione di partecipanti.

Ricadute del Coronavirus sul commercio del vinicolo

Due sono i problemi innescati al commercio del vino in Cina nell’emergenza Coronavirus: la mancanza di partecipazioni ed il futuro delle fiere.

L’assenza di visitatori pone difficoltà piuttosto ovvie: oltre la diminuzione degli affari, c’è anche tutto l’indotto. Gli alberghi si sono visti piovere addosso migliaia di disdette, così come i ristoranti. Le agenzie di viaggio hanno annullato i tour organizzati per le visite in cantina, e tutte le attività dedicate al divertimento hanno fatto lo stesso. Insomma, una flessione notevole per una economia che, seguendo il trend mondiale, risulta in flessione rispetto agli anni precedenti.

Questa flessione ha provocato già una diminuzione del consumo di vino in Cina, e quindi indirettamente anche una diminuzione di guadagno per i ristoranti; in genere infatti il costo delle bottiglie consumate a tavola eccede il costo del singolo piatto.

Inoltre, cosa ancora più preoccupante per chi si occupa di fiere internazionali, qualche grande wine trader potrebbe rendersi conto che tutte queste fiere in realtà non servono. E anche le vendite online non sempre producono buoni risultati. A Pechino, per fare un esempio, le consegne vengono fatte da lavoratori che rientrano dai paesi dove sono emigrati. Con questa emergenza, in molti non sono rientrati per il capodanno cinese, anche a causa delle restrizioni di viaggio.

Anche l’ecommerce del vino deve essere rivisto

Ed ovviamente ci sono le disposizioni per evitare al massimo il contatto fra persone: una consegna porta a porta è il modo migliore per veicolare l’infezione. Alla fine potrebbero salire sia i tempi di consegna che le commissioni.  Anche il lavoro d’ufficio, come in tante altre aziende, sta subendo dei rallentamenti. Wine Australia ha già detto che il loro personale residente in Cina non tornerà in ufficio prima del 9 febbraio, e probabilmente anche molto dopo.

Anche scuole di educazione al vino, istituti per diventare sommelier, hanno sospeso le lezioni e gli esami ed il China Wine Summit è stato rinviato.

Quindi anche il settore vinicolo in Cina, più che nel resto del mondo, sta subendo una debacle che potrebbe far cambiare il mondo del commercio nei prossimi anni. Come per altri settori, non si hanno previsioni ma, vista la situazione, il futuro non appare proprio roseo.

A tutti, Buon anno del Ratto.

Photo credits: Philippe Labeguerie & Joanna Margan (da VinExpo Hong Kong press kit)

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