Questa bottiglia di Barbera Superiore mi era rimasta colpevolmente in cantina, dietro alcune vecchie scatole di libri universitari. E ad un certo punto eccola qui, viene fuori questo reperto, una bottiglia di 11 anni fa che credevo di avere già bevuto. Così mi sono detto che migliore occasione per vedere la longevità di questo vino e poi condividerla con Paolo Carlo Ghislandi, il produttore di questo vino, beh, miglior occasione non c’era.

La Barbera in genere non è uno di quei vini a cui pensi per lunghi affinamenti; nell’immaginario collettivo è un vino da bere per compagnia, di cibo e di amici. E quindi, vediamo come è andata.

Dico subito che Paolo Carlo è uno di quei produttori che guarda sempre oltre il presente, sapendo che il vino può far di tutto per scombinare i suoi piani; ma il vino è così, quando lo fai sai cosa potrai ottenere, sai già quanto durerà e che evoluzione potrà avere. Però poi il vino nella bottiglia si comporta come vuole, e devi essere stato davvero bravo per ottenere, dopo tanti anni, esattamente quello che volevi fare il giorno della vendemmia. E così poi gli chiederò cosa voleva ottenere in quella vendemmia del 2010 con la sua Barbera Superiore, la sua Bruma d’autunno.

Barbera Superiore: la degustazione

Visto che il vino ha 11 anni, ne ho versato un abbondate calice ed ho lasciato aperta la bottiglia così che il vino potesse riprendere confidenza con l’ossigeno. Dopo più o meno 30 minuti ho versato un paio di dita di vino in un altro calice; il primo stava ancora lì ad aspettare, per l’assaggio sempre meglio usare una quantità moderata.

Il colore nel bicchiere è quello di un vino giovane, rosso profondo al centro ma un rubino brillante verso l’esterno, limpido alla luce e brillante nel suo insieme.

I profumi sono discretamente intensi, ampi, discretamente lunghi; prugna matura, piante balsamiche, terra umida, pepe rosso, spezie ed erbe aromatiche. Un sentore ematico, che poi ritroverò al palato, dà l’idea del tempo trascorso in bottiglia da questo vino. Attendo qualche altro minuto e annuso una seconda volta, i profumi non faticano ad uscire ed ora è più chiara la terra umida, il fungo, il tabacco. Un bouquet interessante, in una Barbera Superiore.

Il palato sente subito la freschezza del vino e la leggerezza del tannino, che sembra davvero tenute; è balsamico in tutta la bocca, un buon equilibrio fra acidità e morbidezza con pochi toni duri. Tannino leggero e quasi nascosto dalla freschezza. Un finale dove spunta fuori una nota minerale che non mi aspettavo, molto gradevole. Piuttosto lungo, ancora una volta balsamico ed ematico sono le sensazioni principali.

Devo però dire che il primo calice che avevo riempito era ancora lì, ed era passata già quasi un’ora. A questo punto ho voluto confrontare la quantità da degustazione con un sorso più pieno e, diciamolo, abbondante. Ed ecco qui l’espressione della barbera, un equilibrio tra freschezza e tannino indiscutibile, con i profumi pieni e potenti che venivano fuori, il balsamico su tutti e poi spezie e sottobosco. Il tannino ora è sensibilmente evidente, anche se la parte fresca è ancora predominante.

Conclusioni

Come ho abbinato questa bottiglia? A pranzo avevo una amatriciana ed una bistecchina di maiale con salvia e pepe rosso. Con l’amatriciana ci sono stati problemi con il peperoncino, perché alla fine la bocca era davvero troppo fresca, il peperoncino veniva amplificato dal vino. Non era sgradevole, ma certo la scelta non migliore che potessi fare; ma a pranzo questo avevo.

Andata decisamente meglio con la carne, il grasso della bistecca era pulito molto bene dalla freschezza della Barbera Superiore, e gli aromi del vino si sposavano benissimo con salvia e pepe rosso. Piatti molto comuni, come vedete, un pranzo della domenica classico e non elaborato, come in genere facciamo tutti noi.

In conclusione, questa bottiglia mi ha soddisfatto ampiamente, non credo di aver mai bevuto una barbera di 11 anni, più di un decennio superato benissimo. Probabilmente avrei dovuto aprire questa Barbera Superiore due o tre anni fa, ma questa dimenticanza mi ha permesso di assaggiare un grande vino.

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