Tenute GrilloIl Cortese è uno dei vitigni a bacca bianca presenti nel Piemonte; coltivato soprattutto nella zona di Alessandria ma presente anche nel Monferrato, è il vino bianco piemontese più noto.

Su un totale di 35 milioni di bottiglie di vini bianchi secchi, almeno 18 milioni sono di vino prodotto con queste uve, lasciando il resto ad Arneis ed Erbaluce, a Chardonnay e Favorita.

Il Cortese entra in varie denominazioni, la DOCG Gavi principalmente, poi la DOC Cortese Alto Monferrato, la DOC Piemonte Cortese. Colli Tortonesi Cortese DOC e la Cortese Monferrato DOC.

Sicuramente la località più nota di produzione di queste uve è Gavi, dove aveva una vigna naturalmente di Cortese il senatore Carlo Pastorino (ministro Turismo e Spettacolo nel  quarto governo Andreotti, marzo 1978-marzo 1979), ma soprattutto è La Scolca, proprietà  per parte di padre di Vittorio Soldati, cugino del più noto Mario. La proprietà è ancora oggi in mano alla stessa famiglia. 

Mario Soldati, nel suo Vino al Vino, dedica al bianco piemontese Cortese un paragrafo dell’ultimo capitolo sulle provincie di Asti, Cuneo ed Alessandria, e mostra di gradire questo vino sia come aperitivo a casa del senatore, bevuto ‘gelato, nelle flutes, mentre giochiamo al biliardo…’, sia a casa del cugino bevuto in degustazione. E già allora (1975), lo scrittore si rammarica che in zona inizino ad apparire i primi ‘dispositivi più moderni e raffinati’. 

Nell’assaggio, non esita a porlo a confronto coi migliori bianchi francesi.

Tenuta Grillo è l’azienda di Guido Zampaglione e la moglie Igiea a Gamalero in provincia di Tenuta GrilloAlessandria, ad una trentina di chilometri da La Scolca. 

Il Baccabianca 2006 è ottenuto da uve Cortese in purezza, con una lunga macerazione sulle bucce, da 40 a 60 giorni, affinamento in acciaio ed un anno almeno in bottiglia.

Se vogliamo quindi dargli un’etichetta, dovremmo definirlo un Orange Wine, un vino aranciato, ma non volendo per forza incatenarlo ad una definizione, diremo che è un vino bianco del Piemonte.

Son passati parecchi anni da quando il vino è stato imbottigliato, quindi meglio stapparlo ed attendere senza fretta che si abitui all’aria che entra dal collo della bottiglia.

Il colore nel bicchiere è ramato, pieno di riflessi, quasi per nulla trasparente; nonostante l’assenza di filtratura rimane però piuttosto limpido.

I suoi aromi si fanno attendere, rimane chiuso per parecchi minuti prima di aprirsi, una volatile che ‘si volatilizza’ quasi subito, e poi un continuo scoprire di profumi; inizialmente di erba amara, direi fieno umido, poi nocciola e cannella, caramello, un agrume amarognolo. 

Gli aromi sono ordinati, non intensi e nemmeno lunghi, ma certo netti e riconoscibili.

Al palato risulta di buona freschezza acida ed un discreto calore alcolico, sebbene abbia una gradazione di 12°; in bocca si sentono nuovamente sia l’astringenza del fieno umido, grazie ai tannini donati dalla lunga macerazione, che la freschezza dell’agrume. Un leggera sapidità nel finale.

Direi che la ‘punta di nocino’ si sente; più che fortuna direi arte, come spiega il commendator Bersano di Nizza Monferrato nel già citato Vino al Vino. 

Il finale è abbastanza lungo, buona struttura, alla bevuta è più semplice che non la complessità olfattiva; è certo un vino per accompagnare i pasti, da non servire freddo come fosse un normale bianco, per non forzare i tannini.

Io l’ho assaggiato, casualmente direi, con un ottimo pollo allo zenzero e lime, spolverato con il curry, ed ha retto bene il confronto con i sapori ed i profumi speziati. 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.