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Il Vino Immigrante

restistenza_immigrante_1E’ certo merito del vino e delle persone che si muovono, parlano, si guardano in viso, poter incontrare a Roma un vignaiolo brasiliano originario di un paese del Veneto che dista poche decine di chilometri da dove nacque mia madre: è una delle magie che riescono solo a chi segue le proprie passioni.
Ho conosciuto Luis Henrique Zanini, vignaiolo brasiliano, qualche giorno fa al Cineclub Detour di Roma, durante la presentazione di Resistenza Naturale, il nuovo film di Jonathan Nossiter sul mondo enoico a dieci anni da Mondovino,  e la proiezione di Il Vino Immigrante di Paula Prandini.

Nel locale si potevano assaggiare i vini di Stefano Bellotti (Cascina degli Ulivi), di Giovanna Tiezzi (Pacina), di Elena Pantaleoni (La Stoppa) e di Corrado Dottori (La Distesa) che compaiono nel film di Nossiter.
Luis invece è il protagonista di Il Vino Immigrante, il film del 2008 girato da Paula Prandini interamente in Brasile presso la tenuta Vallontano. Le vigne dell’azienda si trovano nella Vals dos Vinhedos, a 120 km da Porto Alegre, e lì Zanini produce circa 45mila bottiglie di vino. In Resistenza Naturale, Paula è anche co-camera e co-produzione.

Il Vino Immigrante, 2008. Regia di Paula PrandiniNel film di Paula risalta il contrasto tra lo stile vinicolo di Zanini, vignaiolo naturale, e quello di alcune grandi aziende di vino industriale, fatto di diserbanti, concimi chimici, aggiustamenti del vino per adeguarsi alle esigenze del gusto alla moda. E che sicuramente vendono molto di più dei vini di Vallontano.
Alla fine della visione del film, un assaggio di uno dei vini di Luis, il bianco 2008 da Peverella, vitigno tipico delle colline della provincia di Vicenza, la vendemmia dell’anno in cui è stato girato il film di Paula.
L’inquadratura dell’enologo industriale in  Il Vino Immigrante  mentre si infila la tuta trasparente prima di entrare in cantina si abbina alla scena di Resistenza Naturale quando Stefano Bellotti mostra la differenza tra il terreno vivo della propria vigna e quello, morto, della vigna del suo vicino.
Lo spezzone a cartone animato nel film di Nossiter, dove si prendono in giro quei cittadini che vanno a vivere in campagna portandosi appresso le brutte abitudini della città è equilibrato, nelle riprese di Paula, dalla serenità e dai sorrisi di Luis Henrique, della sua famiglia e dei suoi amici mentre parlano, e bevono, il vino bianco da Peverella o il rosso da Isabela, due vitigni immigrati in Brasile insieme agli italiani della prima metà dell’800.

La cinepresa inquadra sempre qualcuno che sorride.
L’esposizione tecnica e fredda del produttore industriale, che parla di certificazioni ISO si scontra, perdendo miserevolmente la battaglia, con l’emozione di Talise, la moglie di Luis, durante la visita in cantina al ricordo delle difficoltà incontrate e superate all’inizio della loro avventura vinicola.
E’ uno dei momenti centrali del film, con la cinepresa che da un lato sembrava per pudore non voler indugiare troppo sulle lacrime ricacciate indietro, ma nello stesso tempo aveva il desiderio ed il compito di immortalare un momento dove le emozioni erano più forti e potenti.
L’artigianalità è il contenitore della serata, la battaglia che ogni giorno è necessario combattere contro la corsa alla produttività. Rivedere, in Resistenza Naturale, parti di documentario con Mario Soldati diretto da Mario Monicelli, senza effetti speciali, rende l’idea di quello che la tecnologia ci ha portato via, ossia la passione di un lavoro fatto bene.
Certo, le tecniche si sono evolute, è molto più facile fare molte cose oggi rispetto a trenta o cinquant’anni fa, ed alcune cose si fanno meglio; il prezzo da pagare però è alto, è la perdita delle emozioni, l’assenza di amore in quel che si fa. Non c’è equilibrio, tra artigiano e innovazione tecnologica, e si rischia di passare per retrogadi in un senso, ipermoderni nell’altro.
Ecco invece che il sorriso di Luis Henrique durante le riprese di Il Vino Immigrante ci fa tornare la voglia di costruire qualcosa con le nostre mani, mettendoci emozione e sentimento.

Resistance_1I tre elementi della serata, il film di Jonathan Nossiter, il film di Paula Prandini, il vino di Luis Henrique Zanini, sono tre prodotti artigiani di grande qualità, di attento studio, di lavoro pulito che si legano insieme, che regalano il calore di una piccola emozione.

Oramai lavorare con le proprie mani, che sia per fare vino o per fare un film, per fare un tavolo o per scrivere un libro, sta diventando una pratica vecchia e non più al passo coi tempi, sempre alla rincorsa della produttività.
Resistenza Naturale e Il Vino Immigrante devono essere visti insieme, così come sono insieme Jonathan Nossiter e Paula Prandini; si consiglia abbinamento con un vino naturale, italiano, brasiliano o di altra parte non importa.
Il vino è migrante, le persone si spostano, tutti possiamo imparare qualcosa da chi arriva da lontano, tutti possiamo insegnare qualcosa incontrando altre persone.
Forse per questo oggi qualcuno vuole farci chiudere tutte le porte.

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