L’evento Naturale di Navelli è ormai un punto fermo degli avvenimenti enologici fieristici, ed ogni anno migliora per organizzazione, livello dei produttori e statura degli interventi ai seminari.

L’afflusso dei visitatori è in continuo aumento, e Paolo Quaglia, di DinamicheBio, mi raccontava di un afflusso fuori dal normale il sabato, naturalmente con ovvia soddisfazione.

Sono andato a Naturale domenica, godendomi il viaggio ed il panorama soprattutto negli ultimi 40 Km dopo uscito dalla A24; il Gran Sasso innevato sullo sfondo, le colline al lato della strada, i piccoli paesi che si attraversano mentre si va rendono il tragitto gradevole, rilassante.

Parcheggio a poco più di metà salita, il piazzale di fronte palazzo Santucci è già occupato dalle auto di qualche espositore e soprattutto dagli spazi che occorre lasciare vuoti per consentire ai pullman di far manovra. Un paio di navette fanno la spola tra i parcheggi e la fiera, ma cinquecento metri a piedi ancora me li posso permettere. Ecco che si entra, accredito stampa e bicchiere con tasca portacalice minimal ed efficiente.

I primi assaggi sono dedicati al Cerasuolo d’Abruzzo, vino che sta godendo di un periodo felice per qualità di produzione e che rischia di diventare alla moda con tutte le conseguenze, positive e negative, del caso.

Suffonte Cerasuolo d'AbruzzoInizio dal Cerasuolo di Suffonte, con Lorenza Ludovico già indaffarata a versare vino e parlare delle sue produzioni. La gelata di fine aprile ha devastato i grappoli che già stavano crescendo sul suo ettaro di vigneto, e per il 2016 farà fatica a riempire le bottiglie. Lorenza non si abbatte, vedrà cosa si può salvare tra qualche tempo quando i grappoli ricominceranno a maturare. In ogni caso il suo 2015, il 2014 ed il Montepulciano d’Abruzzo sono bottiglie da tenere sempre a casa; il Cerasuolo 2015 è sapido e morbido al tempo stesso, profumi leggeri di frutta rossa, lievemente erbaceo. I vini di Lorenza hanno avuto un miglioramento della qualità che di anno in anno si fa sempre più evidente, come l’impronta che il suo lavoro, ed il suo carattere, lascia sul suo vino. Non mancate di acquistarne qualche bottiglia.

Feudo d'Ugni Cerasuolo d'AbruzzoIl secondo Cerasuolo che vado ad assaggiare è quello di Feudo d’Ugni, anche Cristiana Galasso ha subito la gelata di fine mese, con pesanti ripercussioni sulla produzione del 2016. Il suo Cerasuolo ha un equilibrio che vorrei definire anarchico, profumi che arrivano all’improvviso e che si armonizzano tra loro dopo qualche minuto di areazione. Il risultato non è semplice, anche al gusto, va ascoltato e soprattutto fatto attendere un po’ nel bicchiere prima di assaggiarlo. Una interpretazione di certo fuori da certi canoni scritti sui disciplinari, come deve esserlo un vino naturale. Interessante, ed emozionante per Cristiana, è stato l’incontro al banco d’assaggio tra Cristiana e Gaspare Buscemi, che dopo aver assaggiato il Montepulciano d’Abruzzo di Feudo d’Ugni si ripresenta con un calice del suo. Si consiglia di averne almeno tre bottiglie nella propria cantina, a rotazione man mano che si svuotano. 

Cerasuolo d'Abruzzo De FermoAltro Cerasuolo è l’ormai celebre e celebrato Le Cince di De Fermo, un vino che possiede in se la qualità delle uve sane, dove profumi ampi e delicati di fiori e di spezie (pepe rosso) si presentano all’olfatto in modo ordinato e pulito, ripresi poi nell’assaggio sapido ed armonioso. Un finale quasi balsamico di buona lunghezza conclude l’assaggio, ed è un vino che vedrei bene in abbinamento, tra l’altro, con una zuppa di fagioli e pomodoro.. Spero per voi abbiate posto in cantina.

Olevano Romano CesaneseNon mi allontano molto dall’Abruzzo e torno brevemente nel Lazio, esattamente a Olevano Romano, dove trovo il banco di Damiano Ciolli con il Silene 2014, Cesanese di Affile al 70% e Cesanese del Piglio 30%, di pronta beva, dissetante, leggero e da compagnia: le qualità indubbiamente essenziali per bere un buon vino a pranzo. Il secondo assaggio è il Cirsium 2012, Cesanese di Affile in purezza, più strutturato grazie ai suoi 18 mesi di affinamento in botte grande, aromi di frutta rossa matura e tabacco e piacevolmente fresco al palato. Damiano è uno dei produttori che stanno portando il vino di Olevano Romano ad una nuova maturità dopo aver subito le produzioni massive degli anni ’70 ed ’80. Stranamente, mi spiegava Damiano, il suo mercato di riferimento non è Roma, o almeno ha iniziato lontano dalla capitale. Il Cesanese è particolarmente apprezzato nel Nord Italia, e pian piano si è fatto strada per tornare verso sud.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.