World Wine Web

World Wine Web – Numero 9


Ottimi spunti questa settimana, per le notizie dal mondo del vino visto dal web. L’aumento del consumo del vino in Cina, sta facendo nascere seri problemi di salute. Come riporta The Drink Business, analizzando un report apparso su The Lancet (qui in pdf), i cinesi sono ormai il terzo consumatore mondiale di vino, superati da Russia e Tagikistan; sono passati da una media di 4,9 litri pro capite del periodo 2003-2005, ad una quota di 6,7 litri a testa nel quinquennio successivo. E se escludiamo la popolazione astemia, il 56% del totale, il consumo arriva a 15 litri a testa. Drammatico. Il Prosecco, la star delle vendite del vino italiano, è una realtà commerciale o è solamente una bolla che prima o poi scoppierà? Se lo chiede Lucy Shaw ancora su The Drink Business, analizzando i prezzi che si trovano nella grande distribuzione. E’ interessante notare le parole di Giuseppe di Gioia, direttore delle vendite all’estero per Zonin: “Il lusso è proibitivo per molte persone, ma il Prosecco è diventato un lusso che si può affrontare“. L’aumento dei prezzi sta arrivando però, pericolosamente, ad un punto di svolta, un limite dopo il quale c’è il rischio di una forte diminuzione delle vendite in favore di Cava e Champagne.

Ad enologi e viticoltori sicuramente interesserà l’articolo sull’andamento climatico della regione dell’Hérault dal 1950 al 2006, apparso su ResearchGate. Uno studio di alto livello, che mi piacerebbe vedere applicato anche a qualche regione italiana.


Volete sapere cosa accade nelle degustazioni a punti, quando ci si immagina di poter dare giudizi imparziali con tecniche di bevuta cieca o doppio assaggio? Se avete 40€ da spendere, vi consiglio l’articolo pubblicato sul Journal of Wine Economics, a cura dell’Università di Cambridge, dove si fa uso della statistica ed in particolare del metodo di Monte-Carlo; in pratica una analisi per vedere quanto i risultati dei punteggi delle degustazioni siano assimilabili ad un lancio casuale di dadi.

L’articolo sulla statistica fa il paio con quello di Terroirist, dove in pratica si dice che la percezione è solo un’illusione. Ed ecco altri miti che si sfaldano.

Durante le varie fiere del vino, sicuramente il vino della Georgia ha ottenuto una buona evidenza, se anche Snooth ha voluto dedicare un post ai vini del profondo Est europeo. In effetti, anche i vini georgiani si stanno lentamente addomesticando, rispetto alle prime uscite dove si sentivano davvero troppi spigoli. I vini, ed i produttori, della Georgia, mi sono simpatici, mi fa piacere.

Puntata scientifica questa, a quanto pare. Su The Scientist si parla di cosa sia il terroir, e come siano caratterizzati due territori diversi. Un punto di partenza sono naturalmente i batteri del suolo, la microfauna che, alla fine, arriva anche nel vino. Bella scoperta, si dirà! I vignaioli biodinamici lo sanno già da molto tempo, così come tutti i produttori naturali; che la scienza dia una spiegazione, non ci fa altro che piacere, ma cerchiamo anche di non togliere troppa poesia a questo fantastico liquido, non vi pare?

A proposito di ricerca, in Argentina stanno sperimentando la coltivazione di un vitigno autoctono italiano, il Casavecchia, che poi entrerà in blend con Malbec e Cabernet Franc. Il Casavecchia è un’uva di cui in Italia rimangono solo un centinaio di ettari in Campania; il nome deriva dal posto dove fu ritrovato nel 2000 un ceppo di quest’uva, vicino ad una vecchia masseria. I proprietari di Doña Paula, nella regione di Altamira, hanno dedicato mezzo ettaro alla coltivazione del Casavecchia grazie agli studi di Martin Kaiser.

Il video di questa settimana è Summer Wine, dei Corrs ft Bono. Buona visione!

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