Al ristorante dovrete scegliere il vino, vi piaccia o no i vostri amici lasceranno a voi l’incombenza dell’abbinamento tra cibo e vino,  pronti a trovare ogni più piccolo difetto nelle vostre scelte, manco se fossero un panel di Masters of Wine alla degustazione del secolo.
Per agevolarvi, ecco 9 semplici regole da seguire per scegliere il vino al ristorante quando aprirete la spesso monumentale carta dei vini:

1 – Affidarsi al buon senso

Non serve scegliere la bottiglia più costosa, così come non sceglierete mai quella meno cara. A meno che non abbiate già visto la vostra bottiglia del cuore, mantenetevi su un prezzo di 20-40€, naturalmente anche in funzione della tipologia di ristorante.

2 – Niente abbinamenti acrobatici

Non esagerate mostrandovi esperti di abbinamenti (a meno che non lo siate per davvero). Scegliere un vino per abbinarlo ad un piatto non è affatto semplice, perciò la vecchia buona regola del ‘Bianco col pesce, Rosso con la carne’ non delude mai. Non prendete rossi molto tannici, o bianchi eccessivamente minerali. Un nebbiolo starà bene con molte carni, così come un buon dolcetto; Montepulciano d’Abruzzo o Rosso Conero per carni più saporite. Per pesci delicati un Catarratto o un Fiano d’Avellino vanno benissimo, e un Vermentino sardo per un fritto vi lascerà la bocca equilibrata.

3 – Regionalità del vino e del cibo

Se prendete piatti tipici di un luogo, andate sicuri con il vino locale (non quello della casa!) di una cantina della regione e di certo non sbaglierete, visto che è il vino che da sempre viene bevuto insieme a quel cibo. Chiedete consiglio al ristoratore.

4 – La via di mezzo

Potreste scegliere un rosato, se i commensali spaziano dal fritto di mare alla fiorentina al sangue, ma sicuramente in questi casi estremi meglio scegliere due bottiglie. Se però lo trovate in carta, un Cerasuolo d’Abruzzo o un Ciliegiolo sarebbero perfetti quasi per ogni piatto.

5 – Scegliere il vino per i formaggi

Con i formaggi bisogna stare attenti alla stagionatura. In genere con formaggi freschi o poco stagionati, un bianco con buon corpo non sta affatto male, ad esempio una Garganega o un Verdicchio. Se invece la stagionatura è importante, oltre i 12 mesi, si può scegliere un Rosso di Montalcino o un Aglianico. Ideali sono vini bianchi di vendemmia tardiva.

6 – Bollicine a tutto pasto

Certo, con un buono spumante non si sbaglia (quasi) mai. Mette allegria, sgrassa il palato, si abbina alla maggior parte dei piatti. Non è semplice sceglierle, però. Ovviamente dovrete dirigervi verso un Brut o un Extra-Brut, ma purtroppo spesso in carta si trovano spumanti di poca qualità. Sceglietelo solamente se già conoscete l’etichetta. Ad un piatto di salumi potreste anche abbinare un Lambrusco Grasparossa frizzante.

7 – La seconda bottiglia

Se la prima bottiglia è finita e ne volete ordinare un’altra, volendo cambiare etichetta accertatevi intanto che la gradazione alcolica non sia inferiore alla precedente. Poi cercate, se sono indicate le caratteristiche, un vino che abbia più o meno le stesse note della bottiglia già finita, altrimenti riprendete lo stesso vino (a meno che non abbiate anche cambiato piatto)

8 – Pasticceria secca

Per i dolci, dipende dal dolce. Con pasticceria secca, senza creme o panna, un buon vendemma tardiva è l’ideale; in alternativa un buon Vin Santo. Ma perché non provare un Marsala fine o un Porto?

9 – I dolci

Se invece avete un dessert con crema o panna, allora uno spumante è l’ideale, ma sempre dolce, mi raccomando, mai un brut. Deve essere un Demi-sec, mentre gli spumanti classificati Dolci sono quasi da evitare Se invece il dessert è a base di cioccolata, la cosa migliore è un bicchiere di Porto o di Marsala. Se la cioccolata è fondente e ad alta percentuale di cacao, potreste azzardare un bicchierino di cognac.

Photo by Jp Valery on Unsplash

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