Brunello

BRUNELLO DI MONTALCINO 2008 

Poggio Celsi. Bouquet ampio, in debito di definizione e composizione ma non pesante, né lordo: note fruttate-acidule (agrume, mela granata, frutti di bosco) in staccato su uno sfondo scuro, di bosco e grafite, ricco di spunti balsamici e vegetali (erbe amare, papavero, cipresso). Ampio e caldo anche nell’approccio al palato, ben sostenuto dalla vena acida che ripete i riferimenti alla frutta rossa fresca (ciliegia, lampone), condizionato però da tannini tanto morbidi quanto invadenti per le note tostate e amarognole residue.

Querce Bettina. Introduzione con note marine, fruttate (fragola, arancia rossa) e di erbe aromatiche (timo, maggiorana). Solarità e immediatezza prevalgono al gusto: spigliato in attacco e per tutta la progressione con variazioni dal fiore al frutto, di saliente sapidità e costante freschezza. Piano, leggero, gentile anche per la fattura dei tannini. Persistenza flebile.

Corte dei Venti. Abbastanza ridotto, allude ad ampiezza e stratificazione d’aromi, intanto presenta i tratti forti (ruggine, selvaggina, cortecce e sottobosco). Si apre appena su cenni balsamici e vegetali (felce, edera), cenere e ciliegia. Più disteso al palato, soprattutto di più compiuta espressione la componentefruttata per freschezza, fragranza e acidità (bacca rossa). Tannini abbastanza dolci ma incisivi nella fase finale dello sviluppo gustativo, con un graffio verde a chiudere al frutto spazi di ritorno. Riassaggiato a ottobre scorso: più disteso all’olfatto, emergono le note più fresche del frutto rosso; nessuna variazione nella qualità e nella presenza gustativa dei tannini.

Salvioni. Austero, lento nel movimento, di grande classe. Non una sbavatura, pochi i cenni ma evocativi: anzitutto a una cospicua materia, con sensazioni di densità e calore; più in dettaglio, mare, ferro e succo di melagrana. Al palato impressiona subito per volume e presenza, evolve duro e reticente: un grande meccano dal movimento ancora indecifrabile. Tannini incisivi, ruvidi ma non alleganti o disseccanti.

San Lorenzo Bramante. Bella articolazione olfattiva: il naso spazia dalle note chiare e solari di agrume, ribes, verbena a quelle scure e ombrose di ardesia, edera, fogliame. Al sorso è pieno, teso, di buona struttura e tendenza calda. Progressione sicura e lunga persistenza su sensazioni di terra.

Di seguito la nota pubblicata su Intravino a novembre 2013, dopo la degustazione condotta da Armando Castagno a Sangiovese Purosangue: “Bramante ha compiuto 98 anni e in occasione del compleanno un’anima bella e bella penna ha scritto così: ‘Bramante l’imperterrito, che assomiglia a una vecchia vite, conscia delle sue belle screpolature, dei suoi nodi e delle sue asperità – sempre ritta, profondamente abbarbicata alla sua terra… “. Così il vino: la cospicua quota di galestro determina profondità e compattezza, un tratto distintivo scuro, di terra e rovo, ghisa e macchia marina. Caldo, carnoso e solido. Una versione classicamente imperterrita, conscia di nodi e asperità.”.

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