BRUNELLO DI MONTALCINO 2008

montalcino_3Le Chiuse. Denso e di colore scuro, un significativo preludio visivo per il naso spesso, fitto e carnoso, poco mobile, di estrazione prevalentemente fruttata scura e matura. Sfondo ricco di rimandi balsamici e speziati. Trama fitta anche al sorso che conferma la preminenza del frutto (anche in composta) insieme a grafite, sottobosco, cuoio e una profonda traccia sapida (sale rosso). Allo stato gli servono riposo e decompressione più che i giudizi.

Le Macioche. Tra gli esempi più riusciti di un’eleganza e di una sobrietà non studiate o ricercate, semplicemente custodite. È idealmente tra i testimoni del senso vero di tecnica applicata al vino, che è cosa opposta all’artificialità perché esula dalla progettazione di prodotto e di processo. Naso ampio, che compendia freschezza e solarità, frutta acida e dolce, fiori, un campionario di erbe che unisce Nord (aneto, erica) e Sud (rosmarino, timo). Bocca giovane, pulsante e dritta, veramente succosa, infusa di un frutto croccante di rara veridicità.  

Le Ragnaie. Classicità e fedeltà. Frutto rappresentato naturalmente (ciliegia, lampone), al pari del sottobosco (muschio). In più cipresso, ruggine, ghisa, salvia. In bocca è pressante in attacco, ficcante in progressione, dinamico, di piede leggero. Lungo finale con ritorni su ciliegia, tabacco, stoffe e spezie dolci. Tannini duri e giusti.

Lisini. Composto, compresso e denso. Più scuro nel colore e nei riflessi rispetto a quasi tutti gli altri. Al naso la compostezza è resa in grande eleganza, con tracce fini e sintoniche di frutti di bosco, erbe aromatiche, alloro, fiori appassiti e spezie. Cangiante, molto coinvolgente nelle sue movenze lente che si ripetono al palato. Qui attacca in calore e volume, equilibrati dalla nitida freschezza di ciliegia, lampone e melagrana, impreziositi da cenni di fiori (peonia) e felce, accompagnati nel finale da tannini gustosi e ruvidi, appena pepati. Lunga chiusura sul frutto, in dissolvenza. Veramente molto elegante. 

Loacker Corte Pavone. I – Degustazione presso l’azienda in anticipo sul Benvenuto Brunello, note già pubblicate su Intravino. Sviluppo olfattivo di estrema concisione, con prevalenza di toni scuri (durone, terra, sottobosco, ginepro) in profondità. Sensazione di densità anche al gusto: la dinamica è contenuta, l’impressione è di uno slancio trattenuto, di incompiutezza. Muto e chiuso, non si apre a rivelare vizi, né grazie. Verosimilmente scosso dalla prova dell’imbottigliamento recente, necessita di quiete. Da riprovare. PS – si ritrova a proprio agio quando si arriva a tavola, su una faraona in umido, preparata con dovizia d’erbe. II – Degustazioni private a marzo e maggio 2013. Una sorpresa: accogliente, slanciato, fine ed espressivo. Come il frutto si manifesta in una varietà di riferimenti, così il sottobosco gli si alterna in un gioco di riferimenti solari e ombrosi, dolci e balsamici, acidi e terrosi. Al palato la progressione è regolare, partecipata e lunga, con un chiaro segno di pietra bianca in fondo. Coda con pompelmo e pepe rosa, tannini gustosi e misurati. PS – Bella e illuminante la sintesi di Andrea Gori: “[…] hai l’impressione di un intero cesto di frutti di bosco vanigliati.”.

Mastrojanni. I – Degustazione in occasione del Benvenuto Brunello. Scuro, quasi a significare ritrosia e compressione. Invece il naso è evocativo, richiama sottobosco, frutta sotto spirito, fiori amari, finocchio selvatico e note vegetali di fico e cardo, quindi pot-pourri di spezie e alcol. Grande energia al palato, subito espressa in pressione e tattilità, corpo e tannino ingenti. La frutta è di scorta, insieme a sensazioni saline e terrose, un cenno amaro e ricordi di fiori a segnare la progressione agile nonostante il volume. Ciliegia, sorba e caramella all’arancia per la lenta chiusura. II – Degustazione privata, maggio 2013. Porte chiuse. Muto. Pochi segnali, concisi e in altro linguaggio, indifferenti alle nostre categorie: è caldo per alcol e glaciale per assenza di vere effusioni, ampio per struttura ma decisamente verticale nello sviluppo, duro per impatto e più sinuoso, accondiscendente in progressione. Soprattutto si è ripreso tutti gli aromi che generosamente aveva regalato in febbraio.

 

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