who-hard-2L’ultimo articolo sul Brunello è di maggio. Quattro mesi fa. D’altra parte se le note di degustazione hanno generalmente valenza di per sè, quelle di Emanuele ne hanno anche di più. Questa è l’intro alle sue note, che leggerete giovedì.
Il sottotitolo del post è It’s Hard, titolo dell’ultimo album degli Who degli anni ’80, il secondo dopo la morte di Keith Moon. Canzoni d’amore e di cuori spezzati, sonorità in fase di cambiamento. Ma è difficile, cambiare, It’s a Hard Life, diceva Freddy Mercury.
Cambiando genere, direi che per ricominciare (considerando che oggi è anche lunedì) potremmo ascoltare Gloria Gaynor che canta I Will Survive, ma subito dopo facciamo girare sul piatto gli ZZ Top e la loro La Grange. (Wine Roland)

L’è düra. È dura conservare la perseveranza nella nota tecnico-analitica quando la lettura ne restituisce un sapore di procedura automatica e non autentica. È dura, in tempi d’immagini penose, ripercorrere le immagini gioiose di un vino che ami e amerai indefettibilmente: è dura, ma per fortuna ho custodito le seconde anche per resistere alle prime. E sembrano meno insulse, meno macchinali queste note, grazie alle immagini che ancora vi ritrovo. Tornandovi dopo una pausa di due mesi, trovo un’inattesa parentesi serena: merito, innanzitutto, di Wine Roland, che è hospes assai paziente; quindi del bilancio, sorprendentemente ancora in attivo, tra dotazioni e lacune mnesiche. Merito, infine, di un vino e di un luogo ai quali un corredo forse disordinato ma pieno e vivace, un corredo di studi, volti, visite, assaggi e molte altre tracce, mi lega di una passione rara: perché, a differenza di tante altre, indefettibile.

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