Back on track. Com’è universalmente noto, nella celebratissima 2010 proprio il Brunello Riserva ha talora destato le perplessità che avevano risparmiato quasi integralmente i vini d’annata.

A prescindere da prove sotto tono e svarioni, tra sorprese e conferme non sono mancate grandissime soddisfazioni. Ecco le mie.

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Biondi Santi

La Riserva 2010 è la parafrasi dell’Orgoglio di Poeta: gloria per i tempi a venire. Intanto profuma sottilmente di bosco, marasca, aronia e altre bacche scure, alloro, erbe fini e amare in gran copia e con grande delicatezza. Tanto lievi i profumi, quanto chiare la coesione e la concentrazione degli aromi. Tensione statica, densità e forza infusa risolte in una beva prodigiosamente agevole, in presenza radiante e progressione radiosa. I sapori sono resi in pochi cenni e non intensi; di più significano ora sapidità infiltrante, freschezza emergente, massa che non fa congerie, il senso di un’imponente e raccolta struttura, la trama minerale già emergente e composita, i vaghi richiami a ribes nero, arancia amara, radici. Finale senza fine. Vino fuori dal tempo, come ode e fama del poietés. Per il resto vd. Odi, Libro III, n. 30.

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Capanna

Profondo, denso e complesso. Impressione di potenza e sostanza ingentissime e concentrate, grande carattere, energia ancora contenuta. Al naso ciliegia, rovo, bacche scure e radici. Bocca imponente e pressante, risoluta nella presa, fitta di trama e sostanziosa, di  grande concentrazione e dalla progressione ancora lenta ma traente e inarrestabile: il movimento appena iniziato di un grande meccanismo. Freschezza infusa a far da vettore, tannini imponenti e maturi, persistenza lunghissima. Impressionante.

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Caprili AdAlberto

Da uve del vigneto Madre, il primo e storico dell’azienda. Serrato, misurato nell’effusione aromatica che è di grande spettro e ancora minima intensità. Una trama fine e ricca di dettagli. Ampiezza in compostezza: fiori e frutti rossi in essenza e composti a mora, cuoio, fieno greco, sottobosco, resina, ardesia, cenni di spezie scure. Il gusto lo conferma per tempra e misura con il presentimento di molti dettagli espressi in leggerezza. Per ora descrive, secondo le grandezze fondamentali che lo compongono, un campo di dimensioni ed energia notevoli: trama fitta, freschezza infusa e profonda, compressione aromatica e la verve alcolica che, nel lungo finale, la svolge minimamente accennando a frutti rossi freschi, tabacco, rosa rossa, muschio e ginepro.

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Fattoi

Coinvolge subito per la vena balsamica-amara delle erbe officinali, per il nitore e la freschezza del frutto, per l’impressione di energia e concentrazione. Ventaglio olfattivo di vibrante e vitale complessità con amarena e lampone in evidenza, genziana, fieno greco e spezie dolci. Il sorso è teso ed energico fin dal risoluto toucher de bouche, la progressione è fluida nonostante il corpo e la grande concentrazione, i tannini robusti ma buoni e nettanti. Una piacevole risonanza di terra e radici a ornare le note intense di frutta e spezie rosse nel lungo, rinfrescante finale.    

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