tuttiAssaggiare i vini di Casa Raia è stato merito dei ragazzi di Organic%l, enoteca in Roma che propone una scelta ben mirata di vini naturali.

Nel loro evento Degustativo  di inizio mese era presente anche il produttore e questo mi ha ancor più convinto a non mancare l’assaggio.

Pierre Jean Monnoyer è un giovane vignaiolo francese che, per motivi sentimentali, ha scelto di produrre vino a Montalcino. 

Come ha modo di spiegarmi, questo non significa di per se riuscire a fare buoni vini; è invece necessario conoscere il proprio terreno, l’incidenza del tempo, metereologico e cronologico, sulle proprie uve e sul vino prodotto, lavorare con attenzione e pulizia.

Abbiamo parlato della differenza tra il 2008 ed il 2009, assaggiando insieme il Bevilo e riuscendo a sentirla nel bicchiere.

Ci siamo poi fermati a parlare delle differenze tra vino naturale e vino industriale; mi spiega Pierre Jean che è perfettamente inutile, oltre che dannoso, trattare male terreno ed uve e poi correggere gli errori con le medicine.

Certo le prove e gli esperimenti costano tempo e quindi denaro, per questo motivo è necessario sapere con esattezza cosa si sta facendo; Pierre Jean racconta però di avere degli ottimi vicini ed amici, tra cui ad esempio Colleoni e Fonterenza, e lo scambio continuo di pareri e di consigli è uno degli elementi fondamentali del vino prodotto.

In enoteca erano presenti tre etichette per un totale di cinque bottiglie diverse.

beviloBevilo 2009 (Sangiovese Grosso 90%, Cabernet Sauvignon, Merlot)

Un uvaggio bordolese dove il Syrah è sostituito dal Sangiovese grosso, una interpretazione molto personale del Sangiovese che assume toni olfattivi decisamente vegetali insieme a quelli più fruttati di ciliegia ed uva. 

Buona freschezza e tannino equilibrato, ne fanno un vino pronto da bere subito.

Bevilo 2008

Un anno in più e soprattutto l’annata particolare, come ci spiega Pierre-Jean, che è stata funestata da ogni genere di problemi, con molta pioggia e poco sole per poter asciugare le uve. 

E’ stato necessario un gran lavoro in vigna per poter tirar fuori una vendemmia sufficiente, ma ora qui siamo in presenza di un vino da evoluzione. Gli aromi sono decisamente più scuri rispetto al 2009, una maggior chiusura iniziale fa presumere un grande sviluppo olfattivo man mano che aumenta il contatto con l’ossigeno.

In bocca è decisamente più tannico del precedente, mantenendo la freschezza tipica ed un certo ritorno gusto-olfattivo che riporta alla foglia di quercia.

rossoRosso di Montalcino DOC 2009

Vivacità di questo Rosso, sia all’olfatto che al gusto, un vino scalpitante e certo più strutturato dei precedenti. Il naso è proprietà delle ciliegie e del ribes, delle foglie di fico e dell’erba fresca, mentre al gusto si ritrova la classica freschezza dei migliori Rosso in circolazione; un tannino leggero, morbidezza che riempie la bocca e acidità che la rinfresca. Probabilmente migliorerà da qui a due o tre anni.

Brunello di Montalcino DOCG 2007

Siamo in presenza di un Brunello importante, ma non pomposo, l’annata èbrunello2007 stata buona a Montalcino e questo ha conferito a questo 2007 delle sensazioni balsamiche molto gradevoli, una frutta più rossa e matura, aromi terziari in via di definizione. Certo un maggior tempo nel bicchiere ad ossigenarsi avrebbe evidenziato maggiormente sia il profumo di sottobosco, fungo e terra bagnata, che quello di cuoio e pellame. Al palato ha un ingresso morbido, accompagnato da tannini precisi e per niente scomposti, la sua acidità lo rende decisamente equilibrato.

Brunello di Montalcino DOCG 2006

Questo è il punto di forza di Casa Raia, un Brunello di Montalcino che ha visto nel 2006 una delle migliori annate del passato decennio e che si riscontra nel bicchiere.

Quasi sontuoso negli aromi, potente di marasca sotto spirito, di succo di susina matura, una nota lievemente minerale, cioccolato e cacao amaro, oltre a sentori decisamente erbacei.

brunello2006Al palato la morbidezza è perfettamente sorretta da un’ottima spina acida, lasciando poi al tannino il compito di riportare su toni più scuri anche il gusto. Il tutto si mescola in modo ben ordinato in bocca, lasciando spazio anche per un piccolo punto di sapidità. Un vino che tra qualche anno avrà acquistato ancor più personalità.

Cinque vini dunque, dove il Sangiovese dimostra tutte le sue capacità eclettiche, in termini di varietà olfattiva e di capacità evolutive. E’ importante seguire bene la pianta in vigna, ricorda ancora Pierre-Jean, in modo da non dover troppo preoccuparsi in cantina. 

La solforosa è bassa in tutte le bottiglie, praticamente nulla nel Bevilo, come si può leggere sul sito di Casa Raia. 

Ma non è solo un problema di solforosa si o no, per vini di questo genere: è la passione che il produttore usa per fare il proprio lavoro, con molta dedizione ed umiltà, imparando a conoscere i comportamenti delle uve e del vino in funzione dell’andamento metereologico dell’annata. 

Questi vini bevuti tra un anno saranno, per fortuna, diversi, e pian piano miglioreranno per poi concludere il proprio ciclo evolutivo.

Ma questo è vero per tutte le cose vive.

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