Iniziano da Piacenza le mie domeniche (a volta i sabati) di gir-in-giro 2016 per eventi dedicati al vino, e proprio da Sorgentedelvino Live 2016.

Sorgentedelvino Live 2016Scelta indovinata, perché il posto (location non lo uso, non voglio essere additato dall’Accademia della Crusca) è ben adatto ad ospitare una fiera con tanti banchi, spazi ampi per camminare con lo sguardo rivolto ai nomi degli espositori senza urtare i molti in giro con i carrelli della spesa pieni di bottiglie. Il lato destro è dedicato ai banchi del cibo, preparazioni a base di fagioli e lardo o più prosaicamente ottimi panini (due, ne ho mangiati due) con tutta la grande sapienza e cultura emiliana in fatto di prosciutto, mortadella, insaccati di vario genere.

EmergencyLa prima cosa che faccio è acquistare la tasca portabicchiere di Emergency, poca cosa per chi ogni giorno si spende in silenzio per tentare di far tornare ad una vita il più vicino al normale, chi la propria vita ha visto distrutta o stravolta dalla pazzia bellica dei propri simili. Il mio primo bravo è naturalmente per loro.

Non sono riuscito a fare subito a Barbara Pulliero una domanda, così ci siamo sentiti via social: perché Live? “Nel 2008, mi risponde Barbara, avevamo aperto il sito sorgentedelvino.it, e organizzare un evento era come andare ad un Live di The Boss dopo aver ascoltato un suo vinile“. Ecco quindi il mio secondo Brava, va tutto lo staff che ha organizzato l’evento, e menzione d’onore a Barbara per la risposta.

Marta ValpianiInizio a girare per i banchi, ed i miei primi assaggi sono i vini della Cantina Vinicola Marta Valpiani, dove incontro Elisa che non vedo da molto tempo. Scelta buonissima, con i suoi Sangiovese in cui spicca la nota fresca e dissetante, dall’Etichetta bianca 2011, alla Etichetta viola 2010, il Vino Sbagliato 2011/2012/2013 (si, un assemblaggio di tre annate, nato fortunatamente oltre che fortuitamente). E se con il 2011 si trova la bevibilità leggera del vino accompagnatore, la Riserva 2011 mostra una personalità più elevata, rotondo e maturo in bocca, freschezza che vira sulle note profonde al naso.

Vado a trovare Denny Bini, di Podere Cipolla, con cui vorrei chiacchierare anche della vicenda sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni, ma il suo banco è pieno di visitatori e, credo, qualche buon cliente, così mi limito ad assaggiare i suoi Lambrusco, dal Grasparossa al Sorbara al Malbo gentile, con note vegetali e potenti di corpo. I tannini e gli aromi di sottobosco del Malbo 2013 lasciano il segno, ma la novità, per me che non lo avevo ancora assaggiato, è il Rosato 2014, Lambrusco Grasparossa e Malbo gentile, di freschezza e complessità elevate.

Cantine BarberaApprofitto per cercare quei viticoltori che a Roma non si trovano facilmente, e quindi vado a trovare Marilena Barbera di Cantine Barbera. Da dove iniziare? Dalla Bambina 2014, Nero d’Avola vinificato in rosa, acidità e sale marino in perfetto equilibrio, oppure dall’Inzolia 2014, maggior complessità ed il sale che si trasforma in minerale. O il Grillo 2014, un vino dal corpo maturo, naso da erbe officinali, e lo Zibibbo 2015, praticamente una anteprima, con la sua delicata aromaticità legata alla mineralità delle terre di Menfi. Infine il Ciàtu 2014, alicante in purezza, spettacolare (o spettacoloso?), profumi di rabarbaro ed amarena, morbidezza non scontata impreziosita dal sale del mare. Eppure, è ancora un altro il vino che vorrei raccontarvi, un vino nato per caso e per la determinazione di Marilena, un vino che è, come dice lei, un libro di Storia e di Geografia. Mi piacerebbe che ne raccontasse lei stessa, e spero che lo farà al più presto. Non vi aspettate di trovarlo in commercio, ce ne sono solamente 17 bottiglie, e nasce dalla sabbia.

Tra i tanti che ho assaggiato, direi che altre tre cantine mi sono piaciute.

Dos Tierras, un matrimonio tra la Sicilia e la Spagna, fra Nero d’Avola e Tempranillo (2012) per morbidezza tannica e freschezza, fra Verdeca e Grillo (2015) per acidità, complessità e mineralità finale.

I Mandorli, vino da me ben noto ed apprezzato, con il Sangiovese 2013 molto erbaceo e qualche frutto, di corpo morbido e grande acidità rinfrescante, ed il Cabernet 2012, corpo più strutturato, avvolto in una morbidezza non pastosa ed equilibrato dalla freschezza acida, sulla strada di un equilibrio che già si dimostra.

Il Domaine Vallat d’Ezort, ad Aujargues a sud del Gard, dove ho molto apprezzato il Languedoc 2014, Carignan, Syrah e Granache, godibile e dissetante molto, ed il Languedoc 2011, più strutturato sia al gusto che al naso, rotondo sulla lingua e finale decisamente lungo.

Bene, le mie degustazioni finiscono qui, ma non il post.

Dopo aver salutato Barbara che trovo di corsa a controllare che tutto stia funzionando bene, e Paola e Benedetta alla postazione dell’ufficio stampa, esco ad aspettare la navetta che mi avrebbe riportato a Piacenza, per prendere il treno per Bologna e, da lì, fino a Roma. Visto che l’autista mi dice che sarebbe partito di lì a poco, gli chiedo di attendere e vado ad avvertire entrambe che se volevano prendere il bus, quello era il momento giusto per uscire.

Montiamo tutti e tre e dopo venti minuti siamo in stazione a Piacenza, per il viaggio fino a Bologna dove, nell’ordine: qualcuno si dimentica la giacca a vento in fiera, qualcuno lascia quasi incustodita la valigia davanti alla macchinetta dei biglietti, qualcuno perde e ritrova un braccialetto, ci fermiamo a prendere un cane e intanto il solito qualcuno non trova il biglietto da mostrare al controllore, lo stesso qualcuno finalmente lo ritrova e lo mostra al ferroviere che guarda gli altri due di noi con un’espressione di compatimento. Dove qualcun altro, mosso a compassione, scesi finalmente a Bologna si prende a cuore le sorti della valigia vedendo che la proprietaria non era del tutto presente, e sempre questo qualcun altro si accorge di un tipo losco che si aggirava vicino alla borsa dal colore evidente lasciata inopinatamente in bella mostra e con i manici alzati. Ed alla fine, dopo essersi assicurato che quel qualcuno qui fosse montata sul treno giusto, il qualcun altro può con soddisfazione abbandonarsi ai comodi sedili del treno per Roma.

Olè.

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