Una banda di falsari del vino è stata condannata a fine aprile dal tribunale di un distretto di Pechino. La Cina sta lavorando molto sulla difesa dei brand e dei copyright, arrivando addirittura a stabilire la Settimana Nazionale della proprietà intellettuale. Quest’anno si è tenuta dal 20 al 26 aprile, proprio il giorno in cui il tribunale ha condannato il falsario, insieme ad alcuni complici.
Solite bottiglie, solite contraffazioni
I vini contraffatti erano ovviamente vini prestigiosi, i soliti Petrus e Chateau Lafite, in tutto per un valore di 500.000 yuan, pari a circa 65.000€. L’imputato principale, Qi Moudao, era stato arrestato nel 2023 nell’ambito di una serie di inchieste contro reati di contraffazione di marchi mondiali, dal vino alla moda.
Secondo le indagini, Qi avrebbe avuto come complici altri due truffatori, di cui uno già precedendemente condannato. La banda di falsari del vino imbottigliava illegalmente vini contraffatti con i marchi di Petrus e Lafite Rothschild, più qualche Pomerol. Le attività sono andate avanti dal marzo 2020 fino a novembre 2021, in piena pandemia quando tutti, anche in Cina, dovevano stare a casa. Loro, stavano in cantina a imbottigliare vini falsi e stampare etichette.
Nel magazzino dei falsari la polizia ha sequestrato 786 bottiglie di vino, più i soliti materiali necessari come bottiglie vuote, tappi, etichette, stampanti e macchinari per l’imbottigliamento. Una vera e propria centrale di falsificazione. Qi Moudao è stato giudicato colpevole e contattano a cinque anni di prigione.
In totale sono state rintracciate oltre trenta bottiglie di Petrus, Lafite e Pomerol, etichettate dai truffatori cinesi del vino, più altre 29 con etichetta Carruades de Lafite 2017, etichetta secondaria dello Chateau. I costi di produzione di vini contraffatti erano particolarmente bassi, con una qualità delle etichette e dei tappi veramente scarsa.
Falsari del vino con poca spesa
In alcuni casi venivano usati addirittura tappi in alluminio, il che fa pensare che l’obiettivo non fossero i collezionisti. La vendita infatti era programmata per arrivare nei supermercati, piuttosto che nelle cantine degli intenditori. L’importanza del marchio contraffatto poi faceva il resto, portando queste bottiglie ad essere vendute per 1400$ il Lafite e circa 6900$ per il Petrus. Non sono solo i vini francesi ad essere falsificati, come leggete in questo post, ma anche liquori molto popolari e di più difficile identificazione.
La vendita negli scaffali dei supermercati consente ai falsari del vino di ricavare un guadagno estremamente alto, anche se avessero dovuto abbassare i prezzi per renderlo più vendibile. Dal 2020 le autorità cinesi stanno collaborando con le aziende vinicole francesi di Bordeaux per tentare di debellare il traffico di vini contraffatti.