In genere l’FBI è contraria ad iniziare le indagini sulle contraffazioni di vino pregiato. Non sempre riescono a concludere le indagini, gli stessi produttori sono piuttosto infastiditi quando qualcuno fa notare che si trovano delle loro bottiglie falsificate. Nel caso del 2012 che si concluse con l’arresto di Rudy Kurniawan, invece fu proprio un produttore di vini che diede inizio alle indagini collaborando con l’FBI. La storia sembrava finita nel 20112 con il suo arresto, ma a quanto pare non è così. Naturalmente sto parlando di Rudy Kurniawan ed il suo ritorno.
La storia di Rudy Kurniawan
Kurniawan ha ricominciato a far parlare di se mettendo a disposizione le sue qualità di falsario per creare dei falsi d’autore. Secondo quanto riporta The Drink Business, l’ex truffatore quest’anno è stato visto almeno un paio di volte al Pines Club di Singapore, dove collezionisti miliardari gli hanno chiesto di preparare copie identiche a vini come il DRC 1990, un Petrus 1990, un Domaine Jacques-Frederic Mugnier Le Musigny del 1990 e uno Château Cheval Blanc 1982. I partecipanti, in una degustazione alla cieca, dovevano indovinare quale fosse la bottiglia vera e quale quella falsa.
Se queste contraffazioni di vino pregiato non vengono vendute, è tutto perfettamente legale. Maureen Downey, creatrice del sito WineFraud e probabilmente la massima esperta sulle falsificazioni di vini e liquori, intervistata da Wine-Searcher, ha detto che esistono foto e note di degustazione di queste cene.
Kurniawan fu arrestato nel 2012 e condannato a 10 anni di carcere per truffa. Nel 2021 è stato espulso dagli Stati Uniti in base ad una condanna del 2003 per immigrazione clandestina. La condanna che non era mai stata eseguita, fu rimandato in Indonesia dove è tornato a piede libero e si è trasferito prima in Cina e poi nuovamente in Indonesia.
Le truffe di Kurniawan sembrano comunque poca cosa rispetto a quanto fatto dai suoi zii, Hendra Rahardja e Eddy Tansil. Rahardja ha commesso frodi bancarie in Indonesia per oltre 200 milioni di dollari ed è stato condannato all’ergastolo in contumacia, perché fuggito dal Paese. Il vero membro di successo della famiglia è stato Tansil, che ha sottratto 420 milioni di dollari a una banca indonesiana e ha corrotto un giudice per portare la sua condanna da 17 anni a soli 2. Ma come è iniziata la vicenda di Rudy Kurniawan?
Gli inizi della carriera
Rudy Kurniawan è stato probabilmente il più grande truffatore e autore di una contraffazione di vini pregiati che si suppone abbia portato nelle sue tasche 35 milioni di dollari. Lo schema di Kurniawan era ben collaudato.
Sul sito di Vanity Fair trovate tutta la storia completa. Nel 2006 aveva iniziato ad acquistare vini di pregio e organizzare cene sontuose dove anche i commensali portavano qualche decina di buone bottiglie. Le cene si svolgevano quasi sempre al Cru, un ristorante di New York, e questo consentiva all’indonesiano di potersi portare via le bottiglie vuote grazie a generose mance ai camerieri. Ora questo non è più possibile: per vini di un certo valore le bottiglie, quando sono vuote, vengono rotte davanti al direttore di sala.
L’incetta di tante bottiglie diede a Kurniawan la possibilità di ricopiare le etichette per poterle falsificare; le bottiglie venivano riempite da vini commerciali e rimesse in giro come originali. Il meccanismo venne scoperto a causa di errori nelle etichette, spesso le bottiglie erano di vini che non esistevano, come un Domaine Ponsot Clos de la Roche 1929 che però era stato prodotto solo dal 1934 in poi.
Sarà molto più facile per Kurniawan falsificare le bottiglie, perché si dedicherà a quelle di annate più nuove. Riprodurre vino antico e raro è complicato, devi procurarti le bottiglie d’epoca, l’inchiostro appropriato e tutte queste cose. In una truffa ai danni di Sassicaia invece, sono stati in grado di contattare i produttori di vetro, inviare loro una bottiglia e dire: vogliamo 20.000 bottiglie come questa. I fornitori di vetro non sono legati alle cantine. Se hai 10.000 dollari e una bottiglia vuota, puoi chiedere a qualcuno in Cina di farti 20.000 bottiglie
Maureen Downey, Wine-Searcher
Nel 2008 ad un’asta al Cru organizzata dalla casa d’aste Acker Merral, era presente anche Laurent Ponsot, il proprietario del Domaine. Aveva avvisato il direttore di Acker Merral, John Kapon, che probabilmente alcune bottiglie erano false. Erano tutte state portate da Rudy Kurniawan e le contraffazioni dei vini stavano per essere scoperte. Ponsot infatti aveva avvisato l’FBI, che quindi aveva iniziato ad indagare fino all’arresto di Kurniawan nel 20112 per truffa e altri reati.
Come è finita l’ho scritto all’inizio: Kurniawan è tornato in Indonesia ed è diventato un professionista delle contraffazioni di vino pregiato.
Il business delle contraffazioni di vino pregiato
Attorno alle aste del vino girano svariati milioni, come riportavo in questo post; nel 2000 in tutto il mondo sono stati battuti 92 M$ di vino. Sono arrivati a 478 milioni di $ nel 2012; ovvio che questo giro di soldi faccia gola a falsificatori più o meno abili.
Tre anni fa, Maureen Downey scriveva che probabilmente nei mercati secondari, e forse anche in quelli più ufficiali, ci sono ancora almeno 20.000 bottiglie false provenienti dalla ‘produzione’ di Rudy Kurniawan. Molte sono ancora sugli scaffali di qualche collezionista che o non sa che le bottiglie sono false, o aspetta l’occasione propizia per sbarazzarsene rivendendole a qualcun altro.
Nonostante nelle bottiglie ci fosse un mix di vini qualunque, sembravano trovare sempre giudizi positivi da parte degli assaggiatori portati dai compratori. Che sia apprezzamento vero o solo di forma per non far sfumare l’affare ai loro clienti, non è proprio chiaro.
Il successo delle indagini e la condanna di Kurniawan non hanno intaccato la crescita mondiale delle truffe del vino, e le contraffazioni di vino pregiato. I truffatori non si limitano più a produrre DRC e Pétrus: nel 2021 sono state trovate bottiglie contraffatte di Yellow Tail negli alimentari di Birmingham.
Alla gente piace frequentare i gangster, ed ora pagano anche Kurniawan per contraffare il vino.
Maureen Downey, Wine-Searcher
A quanto pare la maggior parte degli assaggiatori ha preferito i falsi, trovandoli più freschi di quelli originali. Una cosa che mi pare scontata e ovvia, confrontando un vino del 1990 o addirittura del 1947 ed uno del 2020. Sarebbe strano il contrario e qui ci sarebbe da commentare anche in vari altri modi, ma mi asterrei dal farlo.
Non è ancora chiaro dove siano finiti i 35 milioni di dollari provenienti dalla vendita delle bottiglie contraffatte.
L’immagine principale del post è stata realizzata con Midjourney