E’ notizia di pochi giorni fa la conclusione dell’acquisto della Cerbaiona, cantina di Montalcino di Diego e Nora Molinari, da parte di Gary Rieschel, founder della Qiming Venture Partners di Shanghai; rumors indicano una cifra di 6 milioni di $. La Cerbaiona possiede 1,6 ettari di vigna dedicati al Brunello e 0,7 dedicati al Rosso, ed i suoi vini hanno preso premi e riconoscimenti, ultimo tra tutti il Brunello 2010 che ha conquistato i 99/100 della Guida ai Vini d’Italia di Daniele Cernilli. Ricordiamo anche i 98/100 del Brunello 2006 di Wine Advocate.
Ilcinese americano
Non è che l’ultima delle acquisizioni di cantine ilcinesi, che nel primo decennio del terzo millennio ha visto aziende come Mastrojanni e Il Palazzone passare di mano.
Abbiamo composto un gruppo di persone da tutto il mondo e con un comune denominatore. Si tratta di gente amabile, cari amici con una passione genuina per il “meglio” che ci si possa aspettare dal vino e dalla vita. (Gary Rieschel. Fonte: Matthew Fioretti, ufficio stampa La Cerbaiona)
Vi riporto alcune considerazioni di Emanuele Giannone, che ha scritto le sue impressioni per Storie del Vino a margine delle sue note di degustazione per Benvenuto Brunello 2015; poi vedremo chi è Gary Rieschel.
Dalle note di Emanuele:
Mentre riordino questa parte di note per la pubblicazione, dalla cronaca odierna leggo dell’ultimo di una serie di passaggi di proprietà coinvolgenti aziende montalcinesi tra le più insigni. Oggi è stata infatti ufficializzata la notizia sulla Cerbaiona, ceduta da Diego Molinari a un investitore statunitense con società in Cina. I due riferimenti geografici insospettiranno quanti associano al venture capital, in specie se aquilino o dragonesco per passaporto, il trapianto del marchio da una old school e dal suo stato dell’arte, a una scuola affatto nuova e dalle pratiche affatto diverse. La movimentata, variegata storia delle acquisizioni di aziende vitivinicole si presta anche a letture pessimistiche. Ma non solo a quelle.
In questo caso l’attenzione agli sviluppi potrebbe bastare; e consentire a tutti di sospendere i timori brunello-millenaristici in attesa dei prossimi passaggi. Gli alieni sono già sbarcati in forze sub Monte Lucini: quel che di buono o cattivo hanno combinato, è cosa nota a tutti e già a lungo dibattuta. E, guardando entro e anche oltre Montalcino, sono molti i casi di marziani piombati in terras vineatas praetiosissimas, temuti inizialmente e presto riconosciuti per fare coltura nel solco della cultura: poco più a Sud di qui atterrò, pochi anni or sono, un’astronave della Confederazione che non fece sconquasso alcuno. E che, anzi, fa bene come sempre si era fatto prima, con l’uomo della Renault 4 sempre al suo posto e con l’unica, ovvia e irredimibile lacuna di un uomo-farfalla che non c’è più. Guardando invece lontano, verso Nord-Ovest e molto tempo prima, fu una corazzata della Federazione a eleggere a colonia l’ombelico della Côte d’Or con uno dei suoi marchi più prestigiosi, la Maison Jadot. Anche in quel caso, nessuno sconquasso. Insomma, Poggio di Sotto e Clos des Ursules ci motivano a un cauto ottimismo. Nel frattempo, un ringraziamento sincero e da appassionato va all’uomo che, complice sua moglie, quarant’anni fa atterrò qui su una pista alquanto improvvisata e ne fece un piccolo scalo-modello, non turistico; una meta agognata per tutti gli amanti del vino e di Montalcino.

La Qiming Venture Partners è una società di venture capital cinese, ossia una società di investimento di capitali che finanzia o, in casi come la Cerbaiona, acquista, aziende ben quotate o posizionate, con l’unico ovvio scopo di farle salire di valutazione.
In realtà, quindi, non entrano direttamente i cinesi nella produzione del Brunello, ma si aspettano di certo che le bottiglie prodotte, attualmente 8000 di Brunello e 4500 di Rosso, aumentino di numero o di valore, e magari di entrambi.
To help support China’s entrepreneurs, Qiming operates three dollar-denominated funds and two RMB funds. Its third (and most recent) dollar-denominated fund raised USD 450 million in only 10 days in 2011. Investments historically range from USD 1 million to about USD 30 million, and the company prefers to invest at the higher end of that range. (Partnering360°)
Il CEO della Qiming è Qiming Xu che ha fondato la società di venture nel 2006 insieme a Gary Rieschel che non è nuovo ad imprese di questo genere, visto che la società di Shangai è solo l’ultima delle sue creazioni; ha creato società di venture capital come Mobius Venture Capital e Ignition Partners negli USA e SAIF Partner, Softbank China Ventures e Ceyuan Ventures in Cina.

Rieschel ha condotto la road map per l’IPO, ossia la quotazione in borsa, e per operazioni di M&A (Merge & Acquisitions, ossia fusioni e acquisizioni) di aziende come Infinera e Verisign, Geocities e Datapower; come vedete, tutte aziende legate la mondo delle telecomunicazioni e dell’informatica, grazie alle sue conoscenze nel campo acquisite quando lavorava per Cisco e per Intel. E’ stato nella Midas List di Forbes del 2009.
Rieschel aveva già investito a Montalcino, quando divenne socio di Massimo Ferragamo in Castiglion del Bosco.
La Qiming Venture Partners ha 1,7 miliardi di $ investiti in svariate aziende, nasce nel 2006 ed ha il proprio portfolio posizionato soprattutto in Cina e principalmente in società farmaceutiche e dispositivi medicali. Il loro focus è composto da aziende con una forte capacità di ricerca e sviluppo (R&D, Research & Developement), ed in particolare sono orientati in Biotech, e-commerce e cure sanitarie. Stando a quanto dichiarato da Rieschel, l’acquisizione è dovuta solo alla grande passione per la Toscana e per il suo vino, grazie anche all’amicizia che lo lega a Diego Molinari fin da quando si conobbero durante la sua acquisizione di Castiglion del Bosco. Di certo in questo periodo la Cina non ha intenzione di investire ancora in imprese non strategiche, tant’è che le prime aziende italiane a risentire, almeno in borsa, nel crollo cinese del mercato azionario di Shangai, sono state proprio le aziende del lusso, come Ferragamo e LuxOttica. E’ però anche certo che i cinesi sono maestri nel posizionamento dei pezzi sulla scacchiera del mercato, considerando che ormai in Francia sono praticamente padroni del 30% delle grandi cantine. Questa acquisizione potrebbe anche essere solo un’abile mossa strategica in vista di una ripresa degli scambi commerciali tra Europa ed Estremo Oriente, un punto di monitoraggio del mondo vinicolo italiano da un osservatorio di tutto prestigio come La Cerbaiona.