La situazione del commercio e delle altre attività ha suggerito nuove strade, e quella del vino in lattina è una di queste. Non è certo una cosa nuova, ne avevo già parlato anche in questo post, ed ancor prima qui.

Invece adesso, complice l’accelerazione delle vendite online e l’esigenza di servire il cliente in giornata, la lattina sembra aver preso uno slancio nuovo. Il giro d’affari è passato da soli 2 milioni di dollari del 2012 agli oltre 180 del solo primo semestre 2020. Il post su Wine Spectator è molto esaustivo.

Il successo del vino in lattina

I fattori del successo di questo formato sono piuttosto chiari, soprattutto quando supportati da un modello di business adeguato. Prima di tutto, la comodità del contenitore, che può essere portato allo stadio dove le bottiglie in vetro sono vietate. Secondo fattore, la quantità di vino: i contenitori sono da 375ml o da 500ml, e questo consente un consumo rapido. Terzo, il peso minore dell’alluminio rispetto al vetro. Non ultimo, un appeal particolare per il popolo dei Millennials, target di clienti che tutti i settori di mercato cercano di raggiungere e conquistare. Di certo il vino in lattina mette meno soggezione rispetto ad una bottiglia, e le nuove generazioni sono più alla ricerca di qualcosa da bere, non da degustare.

Che il mercato del vino in lattina sia promettente lo dimostra anche il fatto che alcuni grandi marchi sono entrati nel gioco. Parliamo di E&J Gallo, Constellation Brand, Ste. Michelle wine Estates. Ed uno dei primi a mettere in commercio le lattine, la Union Wine Underwood, nel 2019 ha venduto 400.000 casse di lattine. Constellation ha stretto una collaborazione con la lega di football, in particolare i New York Giants e i Chicago Bears. Quindi, entrano anche sponsor importanti.

Strizzare l’occhio ai Millennials

Ci sono alcuni punti a favore delle lattine, come il fatto di essere riclabili e di annullare il problema del sentore di tappo. Possono essere aperte senza bisogno di avere un cavatappi a portata di mano. Sono leggere, quindi il trasporto è migliore, ed ovviamente più resistenti. Le etichette possono essere stampate direttamente sul contenitore, invece di essere incollate sulla bottiglia. E questo si traduce in un risparmio di tempo e di spesa.

Anche la qualità sembra migliorata, rispetto ai vini degli anni scorsi. Sono iniziati anche i punteggi sul vino in lattina, ottenendo tra 85 e 89. Sempre per quel che possono valere certe votazioni, naturalmente. Ed il formato sta diventando attraente anche per i produttori e gli amanti dei vini naturali. La Sans Wine Co. produce Sauvignon Blanc da 10$ la lattina da 375ml, vigne biologiche e lieviti naturali. Niente legno, ma questo è abbastanza ovvio.

L’abbinamento che si sta dimostrando vincente è quello con sistema di vendita. Il delivery in giornata è diventato un punto di forza, così come la temperatura di servizio. Chi riceve il vino vuole berlo subito e fresco, non vuole perder tempo a metterlo in frigorifero. Ed anche i ristoranti che continuano a fare food delivery, preferiscono aggiungere due lattine di vino invece che una bottiglia, proprio per diminuire il peso delle consegne. E quindi possono farne di più.

Di certo ai wine lovers questo non piacerà. Il romanticismo del vino, l’invecchiamento, la bellezza delle vecchie annate. Tutto vero, intendiamoci; ma i consumatori di vino non sono tutti appassionati e profondi conoscitori: molti vogliono solo bere un bicchiere di vino dissetante mentre guardano una partita di baseball o di calcio. O mentre fanno un barbecue in giardino.

Naturalmente, il mercato e i consumatori europei sono diversi. Però non nascondiamoci dietro la nostra diversità di intenditori di vino per restare indietro.

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