Questa pandemia ha cambiato molte cose in tutto il mondo, e anche il settore vinicolo ne sta uscendo trasformato, e addirittura la tradizionale Bordeaux si sta spostando verso il DTC per il vino.

Il sistema dei negociants, ovvero La Place

Il mercato vinicolo di Bordeaux è sempre rimasto legato al sistema dei negociants,  strutture di vendita distribuite in tutto il mondo. Acquistano il vino direttamente dal produttore e poi lo rivendono ai propri clienti.

Sono i negociants a fare i prezzi, i produttori si dedicano quasi esclusivamente alla produzione ed alla promozione. Il sistema funziona così da secoli, da quando è nato il vino di Bordeaux dopo la guerra dei Cento Anni. All’epoca erano gli olandesi che facevano da negociants per i vini francesi, cosa comoda visto che Bordeaux ha un ottimo sbocco sull’oceano. La borghesia inglese delle colonie americane voleva continuare a mantenere il proprio stile di vita. I francesi arrivati sulle coste americane iniziarono a richiedere il vino a cui erano abituati (all’epoca c’era solo vino francese, fra quelli di qualità). Insomma, il sistema ha sempre funzionato bene, se pur fra alti e bassi.

Il sistema dei negociants è chiamato in gergo La Place, il posto, il luogo dove viene venduto il vino. È un sistema quasi sacro, per i francesi, e se visitate una masòn o uno chàteau, non vi azzardate a chiedere se vi vendono una bottiglia. Non lo faranno mai, non violeranno La Place, né per voi né per qualcun altro. Beh, quasi nessuno.

Da questo punto di vista, in Italia il sistema misto di vendita è più flessibile, anche se questo significa qualche costo di filiera in più. Il vino viene effettivamente venduto quando arriva sugli scaffali dei rivenditori, non prima. Questo vuol dire che ogni stakeholder, ogni anello della filiera deve avere il proprio guadagno su ogni bottiglia. Ma come tutti i sistemi, ormai quello italiano ha trovato il proprio equilibrio, e la flessibilità consente di spostarsi sui vari canali con più facilità. E come ho scritto qui, forse l’Italia sta trovando il punto di svolta nei canali online.

Online e Bordeaux per la prima volta insieme?

Ora però a quanto pare anche a Bordeaux stanno iniziando a pensare al DTC per il vino, il Direct To Consumer, moda importata dagli USA e che sta crescendo molto negli ultimi anni.  Alcuni proprietari, in particolare a Sauternes, stanno seriamente pensando di spostare parte della loro produzione sui canali DTC; questo vuol dire vendere direttamente tramite un proprio e-commerce.

Intervistato da Wine-Searcher, il direttore delle comunicazioni di Chàteau Guiraud,  Clémence Planty, ha detto che già vendono circa il 10% dei loro vini direttamente in cantina. Hanno anche creato un loro wine club, Amis de Guiraud, che però non è ancora attivo.

Naturalmente questo non significa un cambio radicale nelle tendenze del vino di Bordeaux. Le reti di negociants però iniziano a capire come reagire alla novità del DTC del vino. Una risposta la fornisce Gil Picovski, founder di vincent.wine,  rivenditore di vini online. La sua piattaforma è andata online ad aprile di quest’anno, e consente alle cantine di vendere il vino direttamente. Non si sostituiscono al sistema dei negociànts, ma piuttosto lo affiancano; inoltre si occupano anche delle collocazioni en-primeur, l’asta per le vendemmie ancora a venire. 

L’ostacolo da superare, per questa o iniziative simili, è la resistenza degli stessi produttori. Sono legati ormai da decenni al sistema, ed iniziare ad usare i canali DTC per il vino, potrebbe sembrare quasi un sacrilegio. 

Scardinare un sistema non è mai semplice, sebbene la situazione creata dalla pandemia ci abbia mostrato che la necessità aiuta a trovare soluzioni nuove e impensabili.

Forse anche il vino francese entrerà nel 21° secolo.

Photo by Guillaume Flandre on Unsplash

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