montalcinoDue parole su Soldera vs Consorzio del Brunello di Montalcino.

La vicenda è francamente sconcertante, dal mio punto di vista, ed è diventata tristissima, come vedere il proprio marito o moglie vomitare sul tappeto buono a casa di amici.

Dopo il danno subito da Case Basse, molti altri produttori del Consorzio si erano mobilitati per esprimere non solo solidarietà a parole, ma per offrire parte del proprio Brunello per essere imbottigliato con il marchio di Soldera. Il Brunello della solidarietà, insomma, in modo che Case Basse potesse essere comunque presente sugli scaffali delle enoteche e non sparire, come tutti erano convinti, per cinque anni.

Una azienda che non espone il proprio marchio per tutti questi anni perde quasi tutta la vita di credibilità che si è conquistata, e questo, al di là dell’immediato ritorno economico, avrebbe fatto del bene a Case Basse in primis, e a tutto il Consorzio poi. Era probabilmente un bel metodo, nato da una sciagura, per terminarla finalmente con le polemiche del dopo Brunellopoli fra i produttori.

Invece Gianfranco Soldera, dopo le sue dimissioni (nel link il pdf del comunicato) dal Consorzio del Brunello, ha pensato bene, durante una intervista al Corriere della Sera, di usare parole piuttosto dure per il Consorzio e per i suoi componenti; non c’è mai stato feeling tra Soldera ed i vertici del Consorzio, e questo ci può stare. Ma la buona creanza avrebbe voluto soprassedere ad alimentare le note polemiche: non era il momento, non era il caso. Non si può sempre giustificare tutto con la scusa che ‘tanto lui è fatto così, lo sapete’. 

cinelli_colombini_logoSul suo blog, Donatella Cinelli Colombini il 26 marzo ha pubblicato una lettera davvero pepata all’indirizzo di Soldera, e me la immagino con una mano stretta a pugno sul fianco e l’altra con l’indice puntato verso il destinatario a ripeterla senza quasi nemmeno prender fiato.

La lettera aperta di Donatella merita di essere interamente riportata:

La cosa più cattiva è l’accusa al Consorzio di avergli <<proposto una truffa, offrendo vino altrui da imbottigliare come suo>>. Ma come, i produttori gli regalano una parte della loro produzione per aiutarlo in un momento difficile, facendo un “Brunello della solidarietà” e lui li risponde così? Ma non si vergogna?
Lancia sospetti, parla di misteri quando l’unico mistero è come siano miracolosamente ricomparse botti e botti del suo prezioso Brunello. Almeno 350 Hl a quanto pare, mica una damigiana …. almeno 5 botti da 50 Hl visto che il Corriere della Sera  parla di 7.000 bottiglie all’anno. Ma l’atto vandalico non aveva distrutto tutto il suo vino? Siamo forse alle Nozze di Cana?
Soldera accusa il Consorzio di non impegnarsi nello studio dei sistemi di controllo sulla purezza del sangiovede per il Brunello, ma non è vero! Il Consorzio ha investito circa 150.000 € in questi studi affidandosi al maggior centro di ricerca enologica presente in Italia, quello di San Michele all’Adige. Gli studiosi guidati dal Prof Mattivi hanno scoperto il metodo di indagine e il Consorzio lo presenterà presto in un convegno.
Il sistema di indagine tramite DNA, su cui Soldera insiste tanto, non permette un controllo sicuro e esteso su tutta la produzione perché costosissimo (si parla di 500€ a analisi) e incapace di dare risultati quantitativi cioè di distinguere l’effetto del legno o l’aggiunta fortuita di un bicchiere da quello doloso di una damigiana. Soldera lo chieda ai docenti dell’Università di Bordeaux o di Montpellier, come ho fatto io, invece di parlare solo con la facoltà di biologia di Siena.
Tutti abbiamo sentito, in Italia e all’estero, le voci che girano sull’atto vandalico. Credo che siano giunte anche agli orecchi di Soldera e posso immaginare che lo feriscano e lo preoccupino. Quelle voci, tuttavia non lo autorizzano a dire che a Montalcino si fa la <<moltiplicazione dei pani e dei pesci>> oppure a diffondere il dubbio che i produttori di Brunello siano i mandanti dell’atto vandalico che ha distrutto il suo vino. E’ semplicemente ridicolo oltre che impossibile visto la velocità e la profondità con cui sono state fatte le indagini dei Carabinieri e della Magistratura. Visto che Montalcino è una delle zone a più bassa criminalità in Italia. Visto che nessuno, ma proprio nessuno, a Montalcino lo ha mai minacciato, accusato o attaccato fino ad ora.
Fino ad ora perché adesso basta, lui non può diffamare gli altri produttori senza motivo e se lo fa deve subirne le conseguenze perché nessuno di noi accetterà di farsi danneggiare o infamare senza ragione e senza reagire.

Le parole di Donatella Cinelli Colombini sono inequivocabili e sono le uniche che valga la pena riportare. 

Senza queste, tutta la vicenda, triste e povera, sarebbe rimasta sotto il solito velo pietoso.

2 pensiero su “Parole di Brunello”
    1. Grazie a te del commento e del passaggio. La vicenda a mio parere dimostra, se pur ce ne fosse stato bisogno, che essere duri e puri non serve a nulla se manca un poco di umiltà

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