Libano

RIP Serge Hochar

Serge Hochar

L’ultimo giorno del 2014 è stato un giorno triste per chi ama il vino e la sua storia. Ed è triste iniziare il nuovo anno con un post sulla morte di un grande uomo.

Durante una vacanza ad Acapulco con la famiglia, per un incidente in mare, è morto Serge Hochar, proprietario insieme al fratello di Chateau Musar, l’azienda vinicola situata nella valle della Bekaa, in Libano.

Un bell’articolo lo trovate sul blog di Jancis Robinson.

Ho conosciuto M. Hochar qualche anno fa durante la degustazione a Milano Semplicemente Uva, presentato da Sandro Sangiorgi in una saletta piena fino all’ultimo posto di appassionati e conoscitori del vino di Chateau Musar, e rimanemmo tutti particolarmente colpiti ed emozionati dall’abbinamento tra i vini e l’uomo.

Serge Hochar era nato, enologicamente, a Bordeaux, ma da lì aveva imparato solo le cose migliori. Poco amante del legno, voleva che i propri vini acquistassero in vigna tutto il sapore del territorio, il profumo dell’aria, la sapienza del vignaiolo.

Non voleva chiamarli vini naturali, ‘sono vini biologici da prima che fosse creata la distinzione‘, disse a Milano ‘anche se tutto quel che si mangia e si beve dovrebbe essere biologico. Non siamo fatti per ingoiare plastica‘.

Non dev’essere stato semplice condurre un’azienda come Chateau Musar in Libano, soprattutto durante le molte guerre e devastazioni, il declino di quello che una volta era ‘la Svizzera del Medio Oriente’. Ma la costanza di Gaston, il padre, e poi di Serge, è riuscita a fare esattamente il vino che volevano. 

Qui sotto, un breve video dove si possono ammirare le vigne di Chateau Musar.

Lo spessore di Serge Hochar si vide appena scoperte le etichette portate in degustazione, dei veri gioielli.

Tre bianchi, 1967, 1987, 2000, vini fatti con gli autoctoni Obeideh e Merwah, da cui probabilmente derivano Chardonnay e Semillon, portati in Francia forse dai crociati che tornavano in patria.

Tre rossi, 1977, 1987, 2000, blend di Cabernet Sauvignon, Carignan e Cinsault, una rivisitazione di M. Serge del tipico uvaggio bordolese.

La sua voce pacata mentre spiegava, in inglese, le fasi della lavorazione, gli aneddoti delle annate ed il racconto della storia di Chateau Musar, ancora le ho bene in mente.

Lo rividi solo un’altra volta a Roma durante una degustazione, ritrovando la stessa passione che avevo ascoltato a Milano.

Non ho conosciuto bene Serge Hochar, ma ho conosciuto i suoi vini.

Il mondo degli appassionati di vino perde una grande persona.

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