lizthach-wine-blog-chartDopo aver letto l’editoriale su l’Enologo, di cui ho già parlato nel post precedente, ho provato a pormi una domanda: e se fosse davvero colpa mia la diminuzione delle vendite di vino nel mondo?
Così sono andato a cercarmi un po’ di dati sui cosiddetti tassi di conversione, ossia delle stime sull’incidenza dei mezzi di comunicazione sulle vendite di un bene o di un servizio.
In questo mi sono venuti in aiuto un paio di post su 1WineDude che spiegano come l’influenza di un wine blog sulle vendite di vino sia minima.
Per fare questo, uno dei pochi report sull’argomento è il World Wide Wines: Digital Writing on Wine, una ricerca effettuata dalla Ecole Superieure de Commerce di Digione – Borgogna (ESC Dijon Bourgogne).
Un secondo rapporto ha origine dal Search Marketing Standard, una risorsa online per lo studio del business.
I link li avete, potete leggervi direttamente le fonti.
La conclusione in ogni caso è che in genere il tasso di conversione è attorno al 3%; questo è valido per i siti che offrono direttamente la vendita di un bene o di un servizio. La forbice, a seconda del servizio, va comunque dal 3% al 10% per i siti di ecommerce diretto.
Un blog non è un sito di e-commerce; è piuttosto un sito dove un appassionato di vino descrive le proprie degustazioni, parla di quel che accade nel mondo del vino, descrive cosa ha bevuto all’ultima fiera a cui ha partecipato.
Questo può incuriosire, mettiamo, un 10% dei lettori, che quindi si andranno a cercare un particolare vino in rete, magari su una enoteca online. Di questo 10%, solo il 3% acquisterà una bottiglia. Abbiamo così un tasso di conversione pari allo 0.3%.
La maggior parte dei wine blogger, almeno negli USA, lavora in campi che non hanno nulla a che vedere con il vino e la stessa cosa vale ancor di più per la Cina; l’Europa segue questa tendenza.
Il report è piuttosto interessante, e riporta anche dati generali sulle attività in rete non necessariamente legate al vino.
Il wine blog è quindi uno dei canali attraverso i quali si arriva ad una enoteca online o, più in generale, ad un sito di e-commerce enologico.
Certo, molti dei post sono rivolti soprattutto alla critica, alle considerazioni generali, alle statistiche (come questo), ma quando in un motore di ricerca si inserisce il nome di un vino si cade sicuramente, già dalla prima pagina, sulla pagina di un blog che vi ha dedicato almeno un post.
Quindi si, certo, i wine blog spostano le vendite, anche se in maniera minima.
La maggior parte di questi blog, come si diceva e come si vede dai report citati, non è mantenuto da professionisti del settore; i produttori che hanno un blog attivo sono una trascurabilissima minoranza.
Quasi tutte le cantine hanno il proprio sito, ma blog di cantine vinicole che consentano scambi di opinioni, o anche critiche come è normale che sia, sono veramente pochi.
Così, se diamo ragione a chi dice che i blog spostano le vendite verso un tipo o l’altro di prodotto, ci si deve chiedere perché un produttore non investa qualche soldo, o qualche ora del proprio tempo, a gestire un blog.

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