Ancora una volta un numero bis, che insomma non si sa mai.

Bene, che notizie ci sono questa settimana? Andiamo a principiare.

Notizie dal mondo del vino

Tornano le ipotesi inglesi di chiedere l’iscrizione del loro vino ad un disciplinare. Ora, va bene che le temperature si stanno alzando, ma non basta solo il clima ed un buon enologo a fare il buon vino. Non metto in dubbio che magari tra cento anni le bollicine del Sussex avranno soppiantato lo Champagne, però a dirla tutta mi pare un po’ azzardato, ancora. E nell’articolo di Decanter potete trovare due opinioni contrapposte. Direi però che ancora è presto per preoccuparsi della ipotetica PDO (Protected Designation of Origin) Sussex.

Il 2015 sarà un anno fantastico per il vino del Sudafrica, questa è la previsione del South African Wine Industry Information and Systems, come riportato da Decanter. Buona acidità, ottimi livelli di zuccheri, insomma ci sono tutti gli ingredienti per annunciare una ottima vendemmia. Ovviamente lo auguriamo sinceramente agli amici del Sudafrica. Però, questa mania di dire sempre più presto come sarà l’annata vinicola mi sembra un po’ esagerato. In ogni caso che il Sudafrica sia una terra interessante, e non solo per il vino, è un dato di fatto. Ce lo spiega in un bel post Lauren Mowery nelle pagine del suo blog Chasing the Wine, dove ci racconta delle sue visite nelle cantine dello Swartland, territorio a circa 50 km a nord di Città del Capo e regione relativamente giovane per quel che riguarda la viticoltura sudafricana, dominata dai soliti Stellenbosch e Franschhoek. Qui troviamo, ci racconta la wine-blogger, vigneti di Mourvedre e Syrah, Chenin Blanc e Grenache, vinificati cercando di dimenticare il classico Bordeaux-style. Poco uso di legno e blend sperimentali, fanno dello Swartland un territorio enologico da esplorare.

Continuando il nostro giro per il mondo del vino, veniamo a scoprire che quest’anno la cantina Grace Vineyard, nella provincia dello Shanxi, inizierà a produrre Marselan Syrah ed Aglianico in aggiunta al solito Cabernet Sauvignon. La CEO dell’azienda Judy Chan si è resa conto che, in effetti, il vino cinese è troppo legato al Cab, mentre dovrebbe sviluppare propri vini ed una propria tradizione. Sempre la Chan infatti, dice candidamente a Nicelymadeinchina.com che fino a 10 anni fa bevevano solo Coca-Cola. La cosa che più mi stupisce, in effetti, è sapere che anche l’Aglianico sta diventando un vitigno internazionale; se vedete bottiglie con scritto Aglianico del Vultule, sapete da dove viene.

Tutta questa mania del Bordeaux en-primeur forse sta mostrando un po’ la corda. Risale ormai agli anni ’80 il metodo della vendita dei futures del vino di Bordeaux, ossia acquistare le annate anche due o tre anni prima della vendemmia. Questa abitudine però sta iniziando a diminuire, e per il 2014, ci racconta Mitch Frank su Wine Spectator, la domanda sembra quasi nulla. E’ un fenomeno normale, perché le cantine dei clienti sono piene delle bottiglie acquistate in anteprima, bottiglie che ora sono pronte ad essere stappate. Inoltre, la forza del dollaro USA contro l’euro EU, fanno desistere gli investitori ad acquistare vini che, quando esisteranno realmente, potrebbero costare, in $, molto meno. In pratica, dice Jean-Louis Carbonnier di Château Palmer, è come fare una squadra di fanta-baseball. Ecco, questa è la trappola dei futures del Bordeaux, uno dei motivi della schizofrenia delle borse valori di tutto il mondo. Ed il Bordeaux ci si è buttato a capofitto.

 

 

 

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