BrunelloNonostante stia navigando tra le acque oceaniche, Emanuele continua a parlarci di vino.
Mocali. Svettante e variegato all’olfatto: fiori di campo, ciliegia, fragolina, sottobosco e legno di rosa. Al sorso è appagante per energia e definizione ma un poco stretto, contratto in evoluzione, specialmente a causa di un tannino non registrato. Questa pecca nelle sensazioni complessive è parzialmente risolta a distanza di sei mesi (secondo assaggio agosto 2013), quando la trama tannica prende a svolgersi in maggior dolcezza e mitiga le percezioni asciuganti e terrose.
Piancornello. Mi si passi la caduta di tono ma è stato l’ultimo assaggio della prima giornata e il primo della seconda. Nella prima occasione ho scritto un appunto surreale – rectius: ebbro – che riporto integralmente, a scapito di quello più lucido dell’indomani: sudista e non sudato, caldo ma non cotto, spirituale, non spiritato. Sale prima che sole, terra, energia, arancia rossa matura. Buono. L’indomani era solamente un Rosso tra i migliori, con la dote acida più nitida e gustosa – arancia rossa, susina e ciliegia – sapido e ficcante, continuo e diritto nella dinamica gustativa, caldo e fine, dissetante, tenuemente ferroso in fondo, tempestato di tannini piccoli e acuti.
Poggio Antico. Distinto e diligente nella rappresentazione del frutto e dei fiori rossi. Bocca congruente: non manca nulla, salvo forse la presa, non svetta nulla. Un vin de repas centrato, versatile, pulito e di buone maniere.
Poggio di Sotto. Il Rosso trascendentale, ché dire didascalico sarebbe una diminuzione. La quintessenza del frutto – fresco, acidulo – e del minerale – ferro dolce, sale – quali li si chiederebbe a un Rosso a priori. In più, note eteree e speziate in filigrana (cera, calvados, incenso) e una compressione olfattiva da categoria superiore, dischiusa in lente e ampie volute: melagrana, alloro, cumino, cardamomo, salvia, ghisa, acqua di mare. Sorso di grande soddisfazione, unitario e dinamico, e di grande presa: segna la bocca sferzando e rinfrescando, quindi regalando i cenni più dolci e fondenti del frutto. Dolce e fondente anche nei tannini, che ritmano la lunga persistenza.

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