BrunelloROSSO 2012

Capanna. Immediato, molto fresco nel frutto, coinvolgente. Fragola, ciliegia, arancia sanguinella e dettagli di menta e iris. Al palato è inaspettatamente cremoso e accogliente, ha grande energia e una dinamica serrata e ricca di spunti: fiori, frutta rossa, panna fresca, coriandolo. Finale in crescendo calorico, sensibile ma senza eccessi, con buon contrappunto tannico. 

BRUNELLO 2009

Argiano. Naso timido e ordinato, leggero, quasi esitante. Piacevoli note di fiori e ciliegia, alloro, origano e terra. Al palato ha definizione aromatica e slancio apprezzabili, una bella sfumatura balsamica (pino, cipresso), ma procede stringendosi e asciugando.

Armilla. Medesimo registro: molto delicato al naso con prevalenza di aromi floreali, erbacei e cenni tostati, più contenuto il frutto. Freschezza a sostegno di una progressione gustativa corretta e continua fino alla fase mediana, quando cede di tensione e chiude velocemente.

Banfi. Frutta matura e preparata (composta di ciliegia, granatina, marmellata di prugna) insieme a tabacco su uno sfondo boschivo definito e abbastanza intenso. Al gusto è semplice e morbido, evolve con slancio moderato e corretta progressione fino a un passo dal finale, che rivela note balsamiche ed erbacee. Chiusura condizionata dal tannino asciugante, da registrare.

Barbi. Succo di ciliegia, mela granata, alloro, rosa e ibisco. Spezie, neroli, sottobosco e un ricordo d’orzata sullo sfondo. Impatto convincente al gusto per freschezza e definizione: diritto e disinvolto, si articola in una progressione discreta e continua, regolando la sua giovinezza in riserbo e misura. Finale quasi arioso, di grande pulizia.

Camigliano. Dulcineo, immediato. Connotazione fruttata e silvestre al naso, semplice ma non scontata, in seconda battuta salvia e salsedine. Sviluppo gustativo da manuale, corretto e senza sbalzi, poco coinvolgente.

Canalicchio di Sopra. Una sensazione di invitante, articolata e credibile freschezza già al primo contatto: frutto fresco (ciliegia, susina, ribes), menta, lavanda, fiume e ciottoli. Più in profondità sottobosco, calce e rosa. Sorso che conquista per slancio e impressione tattile: presa forte ma senza peso, frutto ben reso per aromi e freschezza, incedere ritmico ed elegante. Grande presenza. Lunga persistenza di ciliegia, sale, fiori in essenza e scorza d’agrumi candita.

Capanna. Austero e composto, in prima battuta assestato su note minerali scure (ardesia, pirite), carbone vegetale e frutto scuro (ribes nero, aronia). Al palato è un adagio: tempo lento, dinamica serrata e ricca di dettagli di frutto e bosco, grande e spessa trama, grande presenza con un continuo di tensione dall’attacco alla fase centrale in crescendo e fino alla lunga persistenza. Tannini coerentemente duri, alteri ma assolutamente buoni. Tra i migliori. 

Caparzo. Gentile, leggero e composto. Cifra di discrezione e sicurezza. All’olfatto cita con diligenza la frutta più tipica, arricchendola di una punta di spezie e un soffio balsamico. Come al naso, così al palato è discreto, poco espressivo e quasi sfuggente. Da riprovare.

BRUNELLO 2009 SELEZIONE

Banfi Poggio alle Mura. Interessante composizione di note boschive, minerali-ferruginose, di frutti di bosco e spezie, già abbastanza ben assiemati. Al palato è ancora slegato e confuso, merita riposo e un ripasso. 

Barbi Vigna del Fiore (2008). Più probante dell’assaggio al chiostro è stato quello, ripetuto più volte nelle giornate seguenti, da una bottiglia stappata durante il secondo giorno di fiera. Ciliegia fresca, sorba, mela granata e succo di ribes molto definiti; insieme a loro fiori rossi. Dinamica tracciata da una freschezza soave e dosata, sensazioni sapide e precisi ritorni al gusto; a contenere lo slancio, nella bottiglia provata al chiostro, era in questa fase primordiale il tratto brusco del tannino, con un apporto sovrastrutturale.   

BRUNELLO 2008 RISERVA

Barbi. Riservato e misurato all’olfatto, un abito aromatico classico e di eleganza votata all’understatement: fiori di campo, mela granata, susina, ciliegia e humus, tutti in pianissimo. È un vino in lontananza, da considerarsi solo in prospettiva: tanto contenuto da stringersi quasi nel suo finale serrato e asciutto, che lascia tutto in sospeso ad eccezione di un cenno fruttato e della freschezza rivelata.  

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