Annata assai facile da interpretare, questa 2010: a guardarli attraverso il vetro della nursery tutti i neonati ci appaiono indistintamente belli, poco importa se urlanti o imperturbabili, gesticolanti o assorti in sazietà, albini o itterici. Tra poco, dopo poppata e cambio, ognuno sembrerà già diverso; e ugualmente bello, anche se non lo riconosceremo più. Continueremo a passare i nuovi venuti, loro malgrado, al vaglio delle somiglianze certissime con trisavoli e cugini. I nostri, beninteso, saranno sempre e comunque i più belli. E loro, i prossimi venturi, si faranno beffa di noi per anni, per i nostri marchiani e divertenti errori di previsione e divinazione. I quali, va da sé, non dipenderanno tanto da loro difetti o deviazioni di crescita, quanto piuttosto dai nostri inguaribili vizi di affezione, familismo, presunzione, protagonismo…  

ROSSO DI MONTALCINO 2013

Le Macioche

Pieno, denso, sostanzioso ed energico al naso. Ma i timori di un vino sovrastrutturato si rivelano sovrastrutturali: c’è molta materia, sì, ma ci sono anche slancio e presenza; e la prima impressione di densità rimanda immediatamente alla polpa del frutto rosso, mentre le note di spezie ed erbe aromatiche, pur salienti, vestono i sapori senza coprirli e non degenerano in gravami amari o legnosi. Acidità immediata e traente. Potenza e sostanza non comuni per la categoria.

Le Ragnaie (2012 uscita ritardata)

Rosso quintessenziale, siderale e sovralimentato di Punica Granatum: melagrana e ferro svettano, poi ciliegia, timo e altre erbe, cipresso. Succulento, progressivo, preciso e composto nello sviluppo. Presenza e persistenza all’altezza. Croccante nell’evocazione del frutto e per la fattura dei tannini. Coda di frutti rossi ed erbe con una bella nota amaricante in chiusura. Diritto e invitante.

Lisini

Profondo, teso, nervoso. Fresco, immediato nei riferimenti alla frutta fresca – ribes, amarena, visciola – per succulenza e presenza (sensazioni carnose). Menta ed elicriso. Bocca pulsante, vino energico, quasi irruento, di grande sostanza. In questa fase è energia compressa, ricerca della coordinazione. Da tornarci ancora molte volte, con piacere e curiosità, per i prossimi enne anni.

Sanlorenzo

Sarabanda di gioia, libertà e riconoscimenti assortiti e coesi, con la frutta rossa e la buccia di pesca più immediate e appena dopo erbe fini, rosa, anguria e note salmastre intense ma composte, fuse alle sensazioni più profonde di terra e spezie dolci. Al sorso trascende la freschezza e appaga per struttura e rigore: molta materia e molto slanciata dall’energia di acidità e tannini, sviluppo aromatico coinvolgente e lungo finale con ciliegia, pepe rosa e pastiglie al garofano. L’ultimo assaggio a giugno lo ha colto già più disteso, più nitido nelle note salmastre e speziate.

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