Le nuove regole per l’etichettatura del vino in Europa, seguendo le linee guida della Commissione UE, hanno portato come conseguenza la necessità di distruggere le vecchie etichette del vino. Il giorno 8 dicembre doveva entrare in vigore la normativa sulle nuove etichette, con le informazioni aggiuntive su ingredienti e proprietà nutritive. Ne ho parlato in questo post.
La “i” di Informazione
Per contenere tutte le notizie nella retroetichetta, la soluzione prevede l’utilizzo di QR-code che il consumatore può visualizzare con il proprio smartphone. È stata una vera rivoluzione nelle normative che riguardano le informazioni sui componenti e gli ingredienti all’interno di una bottiglia di vino.
C’è però un problema, perché le Linee Guida della Commissione Europea, pubblicate appena due settimane fa, prevedevano una nuova interpretazione, con la conseguenza che le vecchie etichette non fossero più utilizzabili. Il CEEV, Comité Européen des Entreprises Vins, che ha lavorato proprio per l’ideazione delle nuove e-label, aveva chiesto alla Commissione di ripensare queste linee guida. In caso contrario bisognava distruggere milioni di etichette di vino già stampate. Lo stesso hanno fatto le associazioni nazionali, come l’Unione Italiana Vini.
Pubblicato il 20 novembre, quindi a 15 giorni dall’entrata in vigore delle nuove etichette l’8 dicembre, l’interpretazione della Commissione afferma che l’uso del simbolo “i” per indicare le “informazioni” non basta, perché non rende chiaro il contenuto del prodotto. Ha aggiunto che quando il contenuto del codice QR si riferisce agli ingredienti di un prodotto, “deve essere utilizzata un’intestazione… allo stesso modo dell’attuale pratica utilizzata per le etichette cartacee di altri alimenti (cioè contenente la parola “ingredienti”)“. Insomma, davvero grande confusione tra le etichette. In pratica la “i” potrebbe riferirsi sia alla parola Informazioni che alla parola Ingredienti. Un’interpretazione che mi riporta allo studio del sofismo quando ero a scuola.
Il portavoce per il commercio e l’agricoltura, Olof Gill, contattato da The Drink Business ha risposto alle affermazioni del CEEV che il settore vitivinicolo ha avuto due anni di transizione per adeguarsi alle nuove regole di etichettatura, dal dicembre 2021 a oggi.
Posticipate le nuove etichette del vino
Apporre solo la lettera “i” per identificare i QR-code, secondo la Commissione potrebbe essere fuorviante per i consumatori. Ha anche chiarito che le etichette già stampate e utilizzate sulle bottiglie immesse sul mercato non devono essere distrutte. E naturalmente i vini imbottigliati non dovranno essere rietichettati, poiché tutti i vini prodotti prima dell’8 dicembre sono esenti dalle nuove regole di etichettatura. In pratica la nuova interpretazione andrà in vigore solo dai vini della vendemmia 2024. Come leggete su Cronache di Gusto, che riporta le parole dell’europarlamentare Paolo di Castro, nessuno sta contestando le etichette, solo l’interpretazione.
Sebbene la risposta di Olof Gill sembri mettere un punto di chiarezza sulla vicenda, non si può fare a meno di notare il tono polemico nei confronti delle associazioni dei produttori. Ed è così che, ad un giorno dall’entrata in vigore della nuova normativa, il ministro delle politiche agricole Francesco Lollobrigida ha firmato un decreto per posticipare la data all’8 marzo 2024. Un provvedimento che, in realtà, non serve a molto, visto che per stessa ammissione di Gill le vecchie etichette saranno legali fino alla vendemmia del 2024. Nessuno avrebbe dovuto distruggere le etichette o rietichettare i vini già in scaffale. Di certo però che a livello di comunicazione, la Commissione Europea avrebbe bisogno di ripetizioni da qualcuno capace.
Foto di Dan Cristian Pădureț su Unsplash