Montalcino

ROSSO 2012

Citille di Sopra. Vivace, dolce nelle note variegate di frutta rossa matura, innervato da freschezza che dà nerbo e tensione. Fresco anche al palato e parimenti slanciato, semplice e godibile nei riscontri di frutta rossa, un tocco di salvia e uno di pietra.

Col d’Orcia Banditella (2010 uscita ritardata). Rappresenta prima le qualità derivate dalla natura dei terreni e dall’affaccio a Sud – calore, struttura, maturità del frutto – e poi la costruzione: un Rosso ambizioso, potente, che denota immediatamente l’affinamento in legno (tannini e speziatura in evidenza ma non ridondanti) ma lo fonde con sufficiente agilità al frutto, alla freschezza liquescente e alla facilità d’approccio del secondo vino. Un vino a programma, ricercato e quasi calcolato: ma il calcolo è eseguito da un attuario di talento.

Collelceto. In evidenza il frutto: arancia sanguinella, fragolina di bosco e ciliegia, convincenti per integrità e rilevata acidità. Al sorso è passante, non impressiona per mordenza o polpa ma si restituisce nitido nei sapori e nella freschezza del frutto. Beati i semplici.  

BRUNELLO 2009

Caprili. Connotazione calda, solare. Note nitide di ciliegia e lampone maturi e sotto spirito, pino, cipresso, sottobosco e resina, alla distanza rosmarino, curcuma, corteccia e rovo. Spessore e stratificazione aromatica. Freschezza e grande tensione gustativa in attacco, lo slancio iniziale è poi contenuto, quasi avvolto dalla sensazione calorica, cui fa da contrappunto un tannino imponente, non ingombrante. Molta materia e giusto sostegno. Avvincente.

Casa Raia. Espressivo, disteso nelle note di piccoli frutti rossi, sciroppo di fragola, confettura di ciliegie, quindi sottobosco e fiori freschi di campo. Fase gustativa subito slanciata, fresca. Beva agile, acidità viva che conduce e regola la progressione. Tensione dosata, quota estrattiva cospicua ma ben infusa. Tannini essenziali, piccoli e dolci, a dettare la cadenza.

Casisano Colombaio. Lento e articolato: lacca, frutta sotto spirito, un filo di lavanda ed erbe amare. Espressione unitaria e compatta. Al palato è preciso in attacco, fresco, di buona tensione. Frutta rossa, fiori e note terrose a connotare la progressione gustativa. Stringe e si asciuga in chiusura su tannini abbastanza alleganti.

Citille di Sopra. Sensazione di profondità e compattezza: il naso è pieno e teso, poco espansivo, allude a rabarbaro ed erbe aromatiche. Bocca altrettanto riservata, ma il riserbo è promettente: texture serrata e freschezza di fondo, tensione raccolta, sensazione globale di grande pulizia. Tannini robusti e precisi a regolare la sensazione calorica. 

Col d’Orcia. Senza alcun sarcasmo, la prima nota scritta è stata: vino da passeggio. Una passeggiata di tarda primavera e in pieno sole, in un giardino ben curato. Tenue e grazioso al naso, immediato nelle note floreali e di frutta rossa. Sorso di tensione misurata, suadente senza esser cedevole, puntuale nei riscontri fruttati e gentile nella trama tannica. Dinamica distesa. Facile, che è al tempo stesso il pregio e il limite. 

Collelceto. Intenso, come affilato: spiccano la pungente nota acida e le fragranze del frutto rosso fresco (melagrana, ciliegia, susina), sullo sfondo granatina e menta. Buona definizione olfattiva. Si dona rinfrescante e molto sapido al palato, magro e lineare nella prima progressione per prendere di seguito il largo e il caldo, senza tuttavia ingombrare: al graffio, semplicemente, succede la carezza, che è arricchita da tannini minuti e morbidi. Dotato di personalità. Convincente.

Collemattoni. Rovo, mora e aronia. Il frutto scuro si staglia e lascia quello rosso a complemento insieme a buone note di sottobosco e tostatura. L’impatto al palato è deciso per presa e presenza: sapido, definito nei sapori di frutta e nelle immagini di pietra calda, corteccia, erbe fini. Tannini insistenti ma puliti, che non frenano, anzi scandiscono la fase gustativa. Pulizia e precisione.

Corte dei Venti. Discreto e ritenuto. Impressione globale di equilibrio e austerità, in più un’inclinazione al fiore blu, al bosco e al frutto maturo. Palato di misura e concisione, calibrato su freschezza infusa e tannini forti, non invadenti. La compressione aromatica non si risolve in peso. Resa gustativa, quindi, da rivalutare con i migliori auspici. 

 

BRUNELLO 2009 SELEZIONE

BRUNELLO 2008 RISERVA

Caprili. Profondo, compresso. Spezie rosse e scure, cipresso, arancia amara e sorba. Bocca pervasa da tannini veementi fin dall’attacco, tanto da parere contratta nella dinamica e nelle percezioni aromatiche. Bacche scure dolci e amare, aronia e ginepro. Traccia sapida viva. Grande sostanza ancora poco svolta. Da riprovare.

Col d’Orcia Poggio al Vento (2006). Austero, ben evoluto, molto articolato: lo si capisce già al primo approccio, di misura, e la conferma viene nei successivi passaggi tra svariature d’arancia (succo e scorza), melagrana, humus, tabacco dolce e genepy, tutto sullo sfondo del frutto scuro (marasca e mora). Note empireumatiche (camino, cenere). Quadro di unità e definizione. Medesima misura al palato, dove la progressione è senza sbavature: molto regolare dopo l’ingresso in freschezza, svolta in riconoscimenti precisi di frutto e sottobosco, per lo più in corrispondenza con l’olfatto (arancia, ciliegia matura). Tannino elegante, cenni di terra e balsamici a segnare la persistenza.

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