Naturale 2014A Navelli ho potuto assaggiare con la necessaria calma alcuni vini che in altre manifestazioni avevo saltato.
Le stanze a Palazzo Santucci hanno la giusta dimensione per non creare ressa, e le finestre regalano luce ed aria, oltre che un panorama suggestivo.

Il Tufiello
Sancho Panza 2013, prodotto da Pierluigi e Guido Zampaglione nella sua tenuta in post_IMG_20140510_130226Irpinia, è Fiano d’Avellino in purezza, lunga macerazione sulle bucce; le uve sono state acquistate, e come spiega Guido la bottiglia (borgognona anziché bordolese come gli altri di Tenuta Grillo) è differente soprattutto per evidenziare la provenienza diversa delle uve. Il Sancho Panza è macerato ed affinato solo in acciaio e porta la freschezza dei profumi minerali dei sassi di campagna scaldati dal sole,  la sapidità di mandorla e la dolcezza dei fichi secchi. Ottima la sua acidità, alleggerita da una morbidezza ancora in divenire; lunga persistenza con ritorni minerali e sapidi in retrolfazione.
post_IMG_20140510_131640Don Chisciotte 2012: giovane ed ancora immaturo Fiano, anche questo con circa 40 giorni di macerazione sulle bucce, profumi che non hanno trovato una piena finezza ma mostrano un vino con grandi capacità di evoluzione. In bocca ha dalla sua una ottima freschezza ed un tipico sapore di uva.
Don Chisciotte 2011: profumi ordinati al naso, evoluti di erba e rosmarino, buccia di mela verde, floreale, minerale. In bocca regala le stesse sensazioni, un corpo di maggior peso rispetto al 2013 e materia tannica che asciuga la bocca, moderata dall’acidità.
Don Chisciotte 2010: un vino completo dal punto di vista olfattivo, fieno, salvia, agrumi. Lascia la bocca fresca e riposata, qui i tannini si percepiscono senza essere invadenti, a farla da padrone sono la freschezza e la morbidezza del frutto.

Qualcosa di spettacolare c’è sempre da attenderselo da Aurelio Del Bono, un vino spumante che è rimasto ben 142 (CentoQuarantaDue) mesi sui propri lieviti; l’etichetta, fatta a mano, riporta ben in evidenza l’annata 2001. Il vino è il Brut Sec Casa CaterinaDemi Out Style 2001, pinot nero vinificato in bianco.
Come racconta Aurelio, è un vino nato per conto suo, visto che la fermentazione si è fermata, ripartita, fermata ancora. L’abilità di Aurelio è stata di aver capito che doveva lasciar fare al vino, intuendo subito quel che sarebbe accaduto. Dal bicchiere, nonostante le temperature non ottimali di degustazione, escono profumi di ampiezza incredibile. Burro e crosta di pane certo, ma soprattutto erbacei di rosmarino e salvia, agrume, fiori gialli freschi. In bocca sembra di sentirsi sciogliere una meringa, il dolce in perfetto equilibrio con la freschezza, mineralità che ravviva il sorso e chiama il successivo. Uno spumante definitivo, unico.

Gaspare Buscemi
La compostezza di Buscemi è equilibrata dall’entusiasmo di Giuseppe Butera che dietro al banco si prodiga a versare a quattro mani i vini. Già assaggiati al ViVit di Verona, mi sono affidato alla sua conoscenza per farmi sentire qualche chicca.
post_IMG_20140510_165545Ed ecco allora un Sauvignon 2004, dai profumi minerali e floreali, riempie la bocca di morbidezza e di sapidità, riesce ad essere pulente anche dai molti tannini assorbiti nei precedenti assaggi.
E forse il miglior assaggio della giornata, un Pinot Bianco 1994, uso dell’ossidazione assolutamente perfetto che regala a questo vino profumi da Pouilly-fumé, con cenni di orzo, caramello, zafferano, albicocca appassita. La bocca dopo l’assaggio resta pulita ed ordinata, la morbidezza cede qui il passo alle sensazioni di freschezza e sapidità.

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