L’annuncio è del mese scorso, Uber chiude Drizly dopo averla acquistata nel 2021 per oltre 1 miliardo di dollari. La notizia dell’acquisto fece scalpore, era la più grande acquisizione del settore e definiva la strategia di Uber. L’azienda infatti stava diventando non più solamente una compagnia di trasporti urbani, quella che bene conosciamo, ma piuttosto un’azienda che sfruttava la sua flotta privata anche per il delivery. Nel 2021 le compagnie, le startup di wine delivery mostravano crescite anche del 300%, e il colpo di Uber sembrava ben piazzato. Ovviamente nel 2020, con i lockdown diffusi in tutto il mondo, il trasporto delle persone era praticamente nullo, e al contrario il mondo aveva scoperto la consegna di cibo e alcolici direttamente a casa. L’anno prima, nel fatidico 2020, Uber aveva acquisito Postmates, azienda per le consegne di cibo, per 2,65 miliardi di dollari.
Breve storia di Drizly
Drizly nasce nel 2012 grazie a Nick Rellas, Justin Robinson e Spencer Frazier a Boston per risolvere il problema di trovare velocemente la bottiglia desiderata. Fino a quel momento non era semplice come oggi farsi consegnare alcolici a casa. Nel 2013 ebbero un primo finanziamento, costruirono la piattaforma tecnologica ed si espansero da Boston fino a New York, Chicago e Los Angeles. Fino ad ora avevano sedi anche in Canada. Nel 2015 Drizly aveva ottenuto un finanziamento da 13 milioni di dollari, stabilendo poi rapporti di collaborazioni con rivenditori e produttori di alcolici per velocizzare le consegne.
Una delle caratteristiche da sempre sottolineate da Drizly è la mole di dati in suo possesso e soprattutto la capacità di analisi. Questa è utilissima soprattutto per capire le scelte dei clienti, le loro tendenze, ed è uno dei motivi della somma totale di finanziamenti ricevuti, oltre 119 milioni di dollari fino al 2020. Una caratteristica che ha attirato anche attività negative, come nel 2020 il furto di dati, nel link riportato da TechCrunh, di 2,5 milioni di clienti. Come aveva rilevato anche la FTC (Federal Trade Commission, la commissione federale per il commercio), le misure di sicurezza non erano state implementate, nonostante il CEO Cory Rellas fosse stato avvisato già nel 2018.
Il problema della protezione dei dati sembra uno dei punti deboli di Drizly, visto che ancora a gennaio la FTC, in un audit di sicurezza, ha rilevato gravi inadempienze.
Perché Uber chiude Drizly
La sicurezza dei dati potrebbe essere uno dei motivi per cui Uber chiude Drizly, decisione presa già a gennaio di quest’anno e che diventerà operativa a marzo 2024. A quanto pare Drizly è fortemente inadempiente da questo punto di vista, accusata dall’FTC di vendere i dati dei suoi clienti ad altre aziende. Non è un fatto dimostrato, ma già solo il sospetto ha di certo indotto Uber a sbarazzarsi di una compagnia che non è più così strategica come un paio di anni fa. Ufficialmente la strategia di Uber è concentrarsi su Uber Eats, chiudendo quindi tutte le attività esterne e facendola diventare il punto unico di accesso per tutto quel che riguarda Food&Beverage.
Dopo tre anni in cui Drizly ha operato in modo indipendente all’interno della famiglia Uber, abbiamo deciso di chiudere l’attività e di concentrarci sulla nostra strategia principale Uber Eats, che consiste nell’aiutare i consumatori a procurarsi quasi tutto, dal cibo agli alimentari agli alcolici, tutto su un’unica app
Senior Uber VP Pierre-Dimitri Gore-Coty in una intervista a CBS Money Watch
Ci sono anche diverse visioni strategiche, naturalmente, come quella di non dedicarsi ad un unico settore, quello del vino e del beverage, ma di tenere più allargato possibile il proprio business. Una tendenza che anche in Europa, e in Italia, alcune piccole aziende dedicate solo al vino stanno iniziando a seguire, giustamente.
Per Drizly bassi ricavi e dati personali poco sicuri
Nel 2023 i ricavi di Uber Eats hanno superato 3 miliardi di dollari, mentre le prospettive per Drizly erano meno rosee, passando da una crescita del 160% del 2020 ad un 8% nel 2023. Un calo che ci si aspettava, naturalmente, ma che ora non giustifica più, per Uber, l’esistenza di un servizio interno come Drizly.
Non ci sono ulteriori notizie, dopo lo scoop del 15 gennaio fatto da Axios, ma le ipotesi sono quelle che vi elencato, ossia difendersi da eventuali multe e sanzioni da parte dell’FTC e allo stesso tempo allargare il business di Uber Eats a tutto il settore Food&Beverage. Probabilmente, il fatto che Uber chiude Drizly sarà un segnale anche per altre compagnie di trasporti e delivery. La diminuzione degli investimenti, come scrivevo in questo post, spinge le aziende a consolidarsi al loro interno ed aumentare le operazioni di Merge&Acquisition. Vedremo più avanti quali saranno le nuove strategie di Uber Eats.