newsRiprendo una mia vecchia (antica?) abitudine, quella di spulciare tra i blog around the world alla ricerca di notizie interessanti provenienti dal World Wine Web. D’altra parte non si può sempre andare in giro per eventi enoici, stappare nuove bottiglie o partecipare ad interessanti conferenze.

E poi, a parte gli articoli centellinati di Emanuele, sono da solo a scrivere qui, perciò in qualche modo devo ingegnarmi per mantenere up il blog. Così per oggi, il post è questo e spero che diventi un appuntamento settimanale fisso. Se volete, potete sottoscrivere le mie due riviste online Tweet into the Glass e Women of Wine. Sono gratis.

La Master of Wine Isabelle Legeron MW (MW sta appunto per Master of Wine), è l’ideatrice della fiera londinese RAW; si svolgerà domani 18 e martedì 19 maggio, ed una seconda sessione a Vienna il 15 giugno. Alla RAW Fair partecipano i migliori artigiani mondiali del vino; tra i nomi italiani noti, Podere Pradarolo, La Biancara, Orsi, Pepe, …. Bene, la nostra MW afferma (non è la prima volta) senza mezzi termini che togliere i solfiti al vino naturale gli fa solo del bene, e possono raggiungere anche 50 anni di affinamento. I solfiti, spiega Isabelle Legeron (That Crazy French Woman), congelano il vino al momento in cui è stato imbottigliato, fermandone così la naturale evoluzione. Certo che, aggiunge, è importante che vi sia attenzione e cura nella vinificazione, e soprattutto la maggior parte del lavoro è svolto dal vitigno e dal terreno. Ucciderlo con i pesticidi non fa bene alle uve che, quindi, hanno necessità di essere stabilizzate.

Rimanendo nel giro dei Masters of Wine (già, ti piacerebbe), la settimana scorsa si è svolta al Palazzo dei Congressi di Firenze l’ottavo simposio dei MW, salutato dal sindaco della città (ma guarda un po’…). Erano presenti 120 MW sui 314 totali, in rappresentanza di 20 nazioni.

Seconda notizia, riportata anche dal Telegraph, il resveratolo non fa bene, anzi fa male. Il famigerato componente del vino (e del cioccolato, anche) è a quanto pare indicato a volte come il salvatore, a volte come il killer silenzioso nascosto nel bicchiere di vino. Gli ultimi studi ci dicono che non è vero che un bicchiere di vino al giorno aiuti a vivere a lungo, anzi potrebbe essere una delle sostanze che accelererà la nostra fuoriuscita da questo mondo. Ognuno di noi può portare ad esempio un nonno o una nonna vissuti bene fin oltre i 90, e ci saranno nonni longevi sia tra gli astemi che tra quelli che non disdegnavano un paio di buoni bicchieri di rosso. Si, perché il resveratolo si trova solo nei vini rossi. I bianchi quindi non danno alcun apporto alla nostra permanenza in questo mondo? Tra un po’, ci scommetto, qualche altra ricerca ci dirà il contrario. Nel frattempo, bevete con moderazione.

Torniamo alla mai finita storia delle bottiglie di vino truccate. Eh si, amici, sto ancora parlando di bottiglie di pregio che in realtà sono dei falsi clamorosi. Ancora non si è spenta l’eco sulla vicenda di Rudy Karniawan, condannato a 14 anni che potrebbe anche non scontare, è ancora in dibattito la causa tra un collezionista americano e la Antique Wine Company, che già riparte un’altra storia almeno a leggere un rapporto (in danese, ma questo abbiamo, per ora) redatto da due giornalisti del magazine (danese) Gastro. Ce ne riporta la notizia Jancis Robinson, che si rammarica di aver dato anche credito, sebbene glielo abbia anche tolto, al presunto truffatore. Si tratta di mister René Dehn, fondatore di The White Club, una associazione esclusiva tesa a (riporto da LiveOutLoud): “… appassionati che sappiano apprezzare i miglior e più rari vini del mondo. L’obiettivo, in una parola, è la perfezione”. Ohibò. Il signor Dehn aveva invitato la signora Robinson ad una serata di presentazione a Berna presso il suo appartamento, dove era presente, tra gli altri, John Kapon di Acker Merral e Pekka Nuikki, editore della rivista finlandese Fine. A quanto risulta dal rapporto dei due giornalisti, The White Club ha messo in giro bottiglie non genuine, diciamo così, come un Romanée-Conti del ’37 ed il solito Chateau d’Yquem del ’29. Ora, io non so certo se la cosa sia vera o meno. Però non credo che siano state recuperate tutte le bottiglie false vendute in precedenti truffe, e chi ne ha acquistate difficilmente si esporrà alla figuraccia (unico a denunciare è stato il miliardario Kock), ma cercherà di rivenderle in qualche modo. Quindi, come ho già avuto modo di dire, attenti a quando comprate un La Tache del 1947; magari dentro c’è il vino della casa, ma non è un Domain.

Tra gli articoli di degustazione, segnalo l’ottava puntata del reportage di Jamie Good (the wineanorak) in giro per l’Alsazia, con belle foto ed interessanti assaggi dalle cantine visitate, mentre per quelli storici una rassegna su Rue Marcellin Blog di vecchi manifesti pubblicitari di vino, whisky e champagne. E se siete in giro per Manhattan, qui alcuni consigli sulle degustazioni in città.

Buona lettura!

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