Arrivo a Vittorito salutato dalla coda del temporale che mi ha seguito lungo la parte finale dell’autostrada.
Il panorama per salire al paese rimanda a tempi medioevali, campi coltivati, case in pietra, muri a secco; è più strano vedere una Mercedes arrivare in senso opposto di quanto non lo sarebbe incontrare un villico che tira un carretto. Cosa che in effetti avviene mentre lascio a metà la Tiburtina Valeria per salire verso il paese.

La strada che percorriamo è silenziosa, la pioggia si va facendo più educata e bussa ai vetri dell’auto prima di entrare dal finestrino mezzo abbassato.
Lorenza Ludovico arriva dopo pochi minuti, un saluto veloce sotto la pioggia e poi si riparte verso la sua cantina, un bel casolare che ha subito, come tanti altri, qualche danno dal terremoto.
Suffonte è Montepulciano d’Abruzzo e Cerasuolo dal 2011; la cantina è ben tenuta, piccola viste le poche bottiglie prodotte, ma non manca nulla, soprattutto i tini d’acciaio e le bottiglie già inscatolate pronte per le spedizioni.

SuffonteGli assaggi ripercorrono tutta la breve storia dell’azienda, Cerasuolo e Montepulciano 2013 ancora nel tino e con una nota ancora verde per il rosso, quasi pronto cerasuolo.
Poi il 2012, Cerasuolo da apprezzare subito, fresco e pulito come è Lorenza. Il Montepulciano 2012 meriterebbe qualche tempo in più di attesa, potenzialità ancora poco espressa. Una parte del 2012 Lorenza lo ha fatto affinare in un tino più piccolo, e la differenza si sente. Più maturo e complesso, struttura migliore, profumi più puliti ed ordinati. Può essere una strada da percorrere. A riprova che il suo Montepulciano avrebbe necessità solo di affinamenti diversi, o magari più lunghi, l’assaggio del  2011 dimostra che questo ha un altro passo, e nonostante le temperature all’interno della cantina non siano ideali per la degustazione, si sentono profumi erbacei ben evidenti e terziari in divenire. Il Cerasuolo 2011, già assaggiato a Leguminosa, è da bere proprio adesso.
cerasuoloI vini di Suffonte mi piacciono per la loro semplicità, non vogliono essere più di quanto esprimono, sono vini onesti e adatti ad un buon pranzo; il giorno dopo ho abbinato al Montepulciano 2012 a coniglio in umido con contorno di verdure grigliate. 
Dopo gli assaggi, l’orto nel retro della cantina. Qui Lorenza, che ha una discreta conoscenza della biodinamica, ha intenzione di portare avanti alcune coltivazioni di test, per riuscire a comprendere l’interazione tra uomo e terreno.
Interrompiamo il giro per andare al ristorante in paese dove gustiamo degli ottimi tagliolini ai funghi; con ancora la voglia di un dolce, che non siamo riusciti a mangiare causa esaurimento scorte in cucina, andiamo a vedere la vigna.
Si sviluppa in perpendicolare alla strada, arrivando a lambire il pendio della collina, creando qualche problema durante le piogge. Erba ben curata tra i filari, bosco a protezione delle viti sul lato alto del vigneto.
Le viti sono adesso spoglie di uva: Lorenza guarda la vigna e le si illuminano gli occhi mentre ne parla, spiegando ogni particolare del suo lavoro.
Si lamenta, giustamente, di una mentalità ancora un po’ arretrata nei contadini, troppo conservatori, proprietari a volte di parcelle di terreno distanti tra loro e che non riescono a mettere in comune per massimizzare i risultati. Dei molti che preferiscono vendere le uve al miglior offerente, e di quelli che lasciano i terreni incolti per mancanza di tempo.
Dall’altro lato della strada il vigneto di un altro produttore, terreno secco e polveroso nonostante la pioggia della mattina, a differenza delle vigne di Suffonte dove la terra, anche all’occhio poco esperto, è visibilmente viva.
Ora si riparte, la destinazione è Prezza per andare a trovare Ottaviano Pasquale a Praesidium, a quindici chilometri di distanza.

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