Dandelion WineAssocio la fantascienza ai primi libri che ho letto, da bambino.
Mi piacciono i romanzi dove ci sono astronavi ed alieni, ma sono sempre rimasto affascinato dalla fantascienza più intellettuale, come sono le storie di Ray Bradbury.
I suoi due romanzi più noti sono Cronache Marziane, un insieme di racconti sulla tentata colonizzazione di Marte da parte dei Terrestri ed il loro incontro con i Marziani, e Fahrenheit 451, ambientato in una Terra nemmeno troppo lontana da noi, in cui la polizia è incaricata di bruciare tutti i libri che non siano stati espressamente autorizzati dal governo. Il titolo si riferisce alla temperatura di accensione della carta che in gradi centigradi corrisponde a 233 °C. Da leggere sicuramente anche Il Popolo dell’Autunno.
Bradbury (22 agosto 1920 – 5 giugno 2012) ha scritto anche romanzi diRay Bradbury genere diverso  dalla fantascienza, sebbene la sua narrazione sia sempre ambientata in atmosfere rarefatte, come ad esempio “Dandelion Wine“, che in forma di raccolta di racconti apparve per la prima volta nel 1953 nella rivista Gourmet Magazine, ed in Italia è stato pubblicato da Mondadori col titolo L’Estate Incantata.
Ed è in estate che si svolge la storia, con il dodicenne Douglas Spaulding che si sente, per tre mesi, libero di dare sfogo alle sue idee ed ai suoi desideri:
Una volta alla settimana gli permettevano di lasciare papà, mamma e suo fratello minore Tom nella casetta attigua e di salire nella piccola torre che sovrastava la casa dei nonni, alla quale si accedeva per la lunga scala a chiocciola che lui faceva sempre di corsa, al buio. E in quella torre degna d’uno stregone si addormentava fra lampi e visioni, per risvegliarsi al mattino al tintinnio di cristallo delle bottiglie di latte. Allora bisognava compiere il rituale magico.
dandelionwine_3Si alzò, andò alla finestra aperta e inspirò a pieni polmoni. Poi soffiò. I lampioni stradali si spensero come candele su una torta nera. Soffiò ancora, e ancora, e cominciarono a sparire le stelle.
Douglas sorrise e puntò un dito.
Là, e poi là. Ora qui…
Rettangoli gialli si disegnarono sul vago terreno del mattino mentre nelle case accendevano le luci. E un grappolo di finestre brillò all’improvviso a chilometri di distanza, nella campagna immersa nell’alba.”
La storia si svolge nell’estate del 1928 a Green Town, nell’Illinois, ed il titolo si riferisce al vino di Tarassaco, o Dente di Leone, che il nonno di Douglas preparava ogni primavera e che sembra racchiudere in ogni bottiglia la gioia ed il ricordo dell’estate. Il vino viene generalmente tenuto per i lunghi inverni, per riportare con il suo aroma ed il suo gusto il sapore dell’estate passata.
E molte sono le cose che al ragazzino accadono durante quell’estateTarassaco del ’28, le nuove sneakers, la morte della nonna, la storia del Solitario, un serial killer che forse si nascondeva nella loro cittadina.
Ogni storia porta con se una nuova consapevolezza in Douglas, che è poi il filo conduttore del romanzo fin dall’inizio quando, insieme al padre ed al fratello, va a cogliere grappoli di ‘fox grape’, ossia Vitis Labrusca, l’uva americana. Mentre per gioco fa la lotta col fratello, si rende conto (L’Illuminazione, capitolo 2) di essere vivo.
Vino di tarassacoIl finale conclude l’estate di Douglas, con il vino di Dandelion a ricordare ogni giorno di un’estate che si porterà sempre nel cuore. La scena finale riprende l’incipit, con Douglas che ripete il rito del risveglio al contrario, spegnendo le luci con un soffio, mandando tutti a dormire ed addormentandosi lui stesso con il ricordo di una estate memorabile.

Nel 1971 l’equipaggio dell’Apollo 15 chiamò Dandelion un cratere lunare in onore dello scrittore.

Qui la ricetta del Vino di Tarassaco.

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