Avevo già parlato della vicenda dei domini .wine e .vin che l’ICANN aveva messo all’asta due anni fa, e delle polemiche tra l’EFOW, la Federazione Europea dei Vini d’Origine, affiancata dai rappresentanti dei viticoltori californiani, e la stessa ICANN.

Il motivo del contendere era che in questo modo chiunque potrebbe registrare un dominio con estensione .wine e vendere vino; questa cosa, cioè l’estensione del dominio, porterebbe in confusione l’utente che, attratto dal nome che finisce in .wine, si convincerebbe che lì dentro ci siano i vini migliori del mondo.

In pratica tutti quelli che navigano in Rete sono dei perfetti imbecilli, secondo l’EFOW.

IndicazioneGeografica.wine

Dicevo anche, nel mio articolo, che se era questa la preoccupazione dei molti viticoltori europei, non si capisce perché, restando in Italia, il dominio chianti.it sia intestato ad una azienda turistica di Rimini, o perché il sito barolo.it sia intestato alla distilleria Bocchino e rimandi al loro sito web, oppure per quale motivo franciacorta.it, di proprietà di Terzo Millennio srl, riporti alla pagina di installazione del sito della società.

Non tutti sono così miopi, ad esempio il Consorzio di tutela del Prosecco di Valdobbiadene è il proprietario del dominio Prosecco.it, e potrà far valere il diritto di prelazione quando vorrà aggiungere Prosecco.wine. Il sito oltretutto è molto ben fatto.

Chiarisco anche che questo è perfettamente e completamente legale: chiunque può registrare un nome di dominio, azienda o privato che sia, a meno che quel nome non sia coperto da qualche proprietà intellettuale, come un nome proprio di persona o un marchio registrato.

Ecco, probabilmente Chianti, Barolo e Franciacorta (giusto per fare un esempio) non sono marchi registrati, ed i consorzi si sono dimenticati di andare a guardare sul Who Is.

Quindi, vista la perfetta ignoranza delle regole che definiscono i ruoli su Internet, risulta piuttosto strano che si inalberino così tanto per le estensioni .wine e .vin.

Aggiungerei anche che a questo punto, parlare ancora di usare Internet nel mondo del vino è una ‘boiata pazzesca’ (cit.), o quanto meno una inutile fatica.

In ogni caso, a novembre 2014 si è conclusa l’asta, vinta dalla società Donuts che quindi avrà il compito di affidare ai vari gestori il compito di assegnare il dominio al richiedente. Quindi se volete aprire il dominio quantomipiaceilvino.wine, dovrete chiedere ad un gestore (tipo Register.it, ad esempio), il quale avrà a sua volta comprato il diritto di rivendita da Donuts, che tra l’altro detiene anche il gTLD (generic Top Level Domain) .pizza.

Tra febbraio e giugno di quest’anno sembra ci siano stati alcuni incontri fra i rappresentanti di EFOW e Donuts, ed a luglio sembra ci sia stato un accordo con la Donuts che si impegnerà a rilasciare i nomi delle Indicazioni Geografiche (come appunto Chianti o Barolo) solo a consorzi e produttori, come avevo accennato nel mio post.

Chissà se i rappresentanti dei viticoltori hanno mai pensato alle infinite varianti che possono esistere: vinodelbarolo.wine, ilvinobarolo.wine, mibevoilchianti.wine, unbelfranciacorta.wine, and so on.

Attualmente le due estensioni sono ancora congelate, ed il periodo di cosiddetto Sunrise (ossia in cui potranno iniziare ad essere assegnati ai gestori pacchetti di domini) inizierà a novembre di quest’anno per concludersi a gennaio.

Dopo di che, però, voglio vedere i fantastici contenuti che i consorzi riverseranno nei siti web, ed immagino già le mirabolanti invenzioni tecnologiche con cui ci stupiranno in un coro di ‘Oooohhh’.

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