Mercoledì scorso in Cile, alle 20.00 locali (mezzanotte in Italia), un terremoto di magnitudo 8.4 alla profondità di 11 km, ha colpito la zona di Coquimbo, a 280 km a nord di Santiago, provocando fino ad ora almeno 12 morti, un milione di sfollati e oltre 250.000 case senza luce né acqua.

Il terremoto è causato dallo scorrimento della placca oceanica di Nazca sotto la zolla tettonica sudamericana; la placca si muove ad una velocità di circa 8 cm l’anno, una delle più veloci della Terra, e l’urto tra le due placche ha provocato una faglia sotterranea di circa 100 km di lunghezza. Onde di 4,5 metri hanno raggiunto la costa, mentre l’allarme tsunami è rientrato dopo 36 ore; solo un moto ondoso anomalo con altezze massime di 50 cm è stato registrato nella zona di Honolulu.
Poiché l’epicentro si trovava a quasi 1000 km dai vigneti di Elqui, i più a nord, le aziende vinicole non hanno subito danni.
Volendo concentrare l’attenzione sulla sola situazione delle aziende vinicole della regione, bisogna ricordare che Coquimbo è una tra le zone di maggior produzione del Paese, soprattutto con Chardonnay e Cabernet Franc, ed è divisa nelle aree vinicole delle valli di Elgui, Limata e Choapa; qui si ricava l’uva anche per il distillato nazionale, il Pisco, una specie di brandy.
I gruppi più importanti del vino cileno, come Concha y Toro e il VSPT Wine Group possiedono qui importanti vigneti ed aziende, che ad un primo comunicato da parte di entrambi, sembrano non aver avuto grossi danni, nè alle persone nè alle strutture.
…l’epicentro si trova a circa un migliaio di km dalla zona di Elqui, anche se si tratta comunque di un evento sismico di grande portata, che fortunatamente non ha arrecato danni al settore enoico del Cile (Marybeth Bentwood, Executive Directory di Wine of Chile
Il Cile come si ricorderà non è nuovo ad eventi sismici di elevata potenza. Lo scorso anno, ad aprile, nella stessa zona si registrò un terremoto di magnitudo analoga a quella del 17 settembre scorso, con scosse di assestamento in media di magniturdo 5.3.
Per le aziende vinicole cilene fu di certo più devastante il terremoto del 27 febbraio 2010, 8,8 Mw e durata di 3 minuti, che si verificò nella regione del Maule, nel sud del Cile; le scosse di assestamento durarono molti giorni, arrivando fino a 6.0 Mw. In quell’occasione rimasero uccise oltre 500 persone, e 400.000 rimasero senza casa; la produzione subì una perdita stimabile al 12,5% del totale, 125 milioni di litri di vino, ma i danni più gravi furono registrati dalle piccole cantine, spesso semplici conferitori per Concha y Toro e gli altri grandi gruppi.
In Cile si registrò il più forte terremoto della Terra: il 22 maggio del 1960 la provincia di Valdivia fu sede di un sisma di magnitudo 9.5, con scosse che durarono fino a 10 minuti; una stima delle vittime plausibile contò oltre 3000 morti.