
Nemmeno a farlo apposta, volendo scrivere qualche riga per raccontare una serata a l’Aquila, arriva un post di Luca Paolo Virgilio con la foto delle prime barbatelle appena impiantate, dei lavori della sua vigna.
Insieme al suo socio Alfonso, Luca Paolo, che ricordo è uno dei quattro componenti di Dinamiche Bio, ha acquistato qualche ettaro di terreno vicino Torre dè Passeri, esattamente a Pietranico.
Vigne, oliveto, seminativo e bosco, questo è quel che contiene l’Azienda Agricola Caprera; per il vino ci sarà da aspettare, ma fra quattro o cinque anni sono certo che potremo vedere le prime bottiglie di Montepulciano d’Abruzzo e di Trebbiano abruzzese. E probabilmente anche qualcosa di Gruner Veltliner, un vitigno certo non abruzzese ma una idea interessante e fuori dagli schemi.
Per adesso possiamo solo assaggiare l’olio dell’Azienda Agricola Caprera, proveniente per la maggior parte da piante di Leccino, ma con importanti aggiunte di Toccolona, di Gentile, di Dritta più altre varietà autoctone.
Il 12 gennaio c’è stata la presentazione ufficiale dell’azienda, in una bella serata presso l’enoteca Ju Boss a l’Aquila.
Quella sera l’olio è stato presentato da una personalità d’eccezione, il professor Leonardo Seghetti, agronomo, già docente di Chimica Agraria all’Università di Teramo ed ora all’Istituto Agrario di Ascoli Piceno, ed un mucchio di altre cose.
Come sempre le parole del professor Seghetti sono state spiazzanti ed illuminanti; ha giustamente sottolineato che l’olivo è una pianta antica, che non muore mai e che, con il trascorrere del tempo, si adatta alla ricerca dell’equilibrio e di una sorta di perfezione. Esistono ben 937 tipologie di olive, il 90% delle quali coltivate in Italia, e anziché essere un traino di ricchezza, questa quantità varietale viene impoverita e relegata a produzioni di nicchia, mentre le grandi aziende italiane sono, ormai, proprietà di aziende spagnole.
Alla cieca abbiamo degustato tre olii, intervallati dalle spiegazioni tecniche e
storiche del professore: un olio difettoso, un olio “gentile”, come dice la pubblicità che non dice niente, e l’olio di Alfonso e Luca Paolo.
Il loro olio lascia la bocca profumata ed in equilibrio, senza grassezze indesiderate o untuosità eccessive; al di là delle caratteristiche organolettiche si può star sicuri che è un olio sano, senza rettificazioni, proveniente da olive perfette e senza difetti.
E questa è la prima cosa che dovremmo ricercare in ogni prodotto: la certezza della provenienza, la loro sanità, la loro naturalità. Non solo nel vino, quindi, ma in tutto quel che mangiamo e beviamo, innanzitutto. Fare la spesa è un atto politico, ricordiamolo sempre.
Pensare di investire in una azienda agricola, oggi, può essere una bella
avventura per un giovane, ed alcune amministrazioni locali stanno provando a dare in prestito a cooperative giovanili alcune particelle di terra non utilizzate. Altre al contrario, tendono a mettere i bastoni tra le ruote a chi vorrebbe riprendere in mano il proprio territorio, valorizzandolo con nuovi impianti agricoli, dando importanza a borghi quasi abbandonati e che rischiano l’oblio. E purtroppo l’Abruzzo è pieno sia di luoghi da valorizzare che di amministratori diciamo poco lungimiranti.
Luca Paolo ha spiegato di essere rimasto folgorato dal vecchio trebbiano di Francesco Guccione, il Veruzza, e da lì gli venne l’idea di seguire corsi di biodinamica.
Tra i suoi maestri, Carlo Noro e Michele Lorenzetti, già ospiti anche di Naturale, la fiera del vino che quest’anno sarà alla sua terza edizione.
Luca Paolo ed Alfonso hanno girato e visitato parecchi luoghi tra le provincie de l’Aquila e quella di Pescara, trovando alla fine il posto adatto a Pietranico, nome che deriva forse (come dice Wikipedia, almeno) dalla Pietra Iniqua, un masso enorme posto sulla cima del colle. Il posto storicamente è zona viticola, visto che sono state ritrovate numerose vasche di pigiatura, ed i registri catastali riportano fin dalla metà del XVIII secolo una nutrita lista di parcelle di vigna. Ho trovato questo sito piuttosto interessante, dove si parla anche dell’origine del toponimo Caprera.
La serata all’enoteca di Pierluigi è stata quindi una ottima occasione, per ascoltare un grande esperto di olio, per assaggiarne di buono, e per fare i migliori auguri all’Azienda Agricola Caprera, oltre che naturalmente per rivedere qualche buon amico.
Tornerò ancora sull’evoluzione dei lavori da parte di Alfonso e di Luca Paolo, nel vigneto e nel bosco, con i preziosi suggerimenti della Guardia Forestale e di alcuni buoni amici vignaioli.