I produttori di vino si stanno sempre più interessando ai metodi per diminuire l’impatto ambientale di tutta la filiera di cui fanno parte. In generale l’argomento vino e impronta carbonica interessa all’industria vinicola, in confronto ai grandi trasportatori ad esempio, ai produttori di bottiglie o i rivenditori.
Azioni importanti ma isolate
La cantina Familia Torres, nel Priorat, Catalogna, ha iniziato già da qualche anno a muoversi sulla strada della sostenibilità, non solo iniziando ad usare pannelli solari tra i filari, ma soprattutto cercando collaborazioni internazionali. Nel 2019 ha iniziato una collaborazione con Katie Jackson – vicepresidente senior della Jackson Family Wines in California – per creare un gruppo chiamato International Wineries for Climate Action (IWCA).
L’obiettivo era quello di reclutare le aziende vinicole più impegnate a livello mondiale in campo ambientale, che avrebbero lavorato e collaborato su programmi specifici per ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Il gruppo è già composto da 41 cantine, in rappresentanza di 10 Paesi del mondo, e naturalmente MiguelTorres, il proprietario dell’azienda vinicola, vorrebbe aumentare questo numero.
L’estrema siccità e le ondate di calore in molte parti del mondo forse spingeranno, questo è il pensiero di Torres, più persone a rendersi conto che qualcosa sta accadendo, e che rischia di andare davvero male.
È ormai chiaro che il cambiamento climatico – o meglio, la crisi climatica – è una minaccia per l’umanità molto più grande di Covid e che, se non si prendono misure immediate, il mondo in generale, ma soprattutto la viticoltura, andrà incontro a grandi problemi e cambiamenti.
La decarbonizzazione dell’economia mondiale è uno degli obiettivi principali, e questo si fa se vengono messe in opera più azioni in tutte le parti del mondo e in tutti i settori e naturalmente anche nel settore vitivinicolo. Il punto fondamentale dunque è capire come funziona il rapporto fra vino e impronta carbonica.
Diminuire l’impronta
L’IWCA, l’associazione creata da Torres, ha recentemente aderito a Race to Zero, una campagna globale per il sostegno delle imprese e per coinvolgere i leader mondiali ad uno sviluppo a zero emissioni di carbonio che prevenga le minacce future, crei posti di lavoro e sblocchi una crescita inclusiva e sostenibile. Un bel programma, a mio parere. I membri dell’associazione condividono dati e approfondimenti, così da poter sviluppare pratiche sostenibili e a ridurre la loro impronta di carbonio. Ad esempio c’è una bella sezione dove si parla della diminuzione dell’impatto ambientale durante la costruzione delle nuove cantine, un fattore da non trascurare.

Anche il packaging naturalmente ha il proprio peso, e riuscire ad intervenire su questo aspetto , come scrivevo qui, sarebbe un ottimo passo in avanti.
Inoltre il gruppo insegna ai soci come si misurano le emissioni di gas serra attraverso inventari dettagliati ed un modello di misura, e fornisce una tabella di marcia per ridurle.
Ha sviluppato tre calcolatori di emissioni per le aziende vinicole con sede in Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti, utilizzando fattori di emissione specifici per ogni regione.
Tutti i nuovi membri sono tenuti a realizzare gli inventari e l’IWCA collabora con revisori accreditati per garantire il rispetto di un solido standard di misurazione e contabilizzazione. L’adesione è aperta a tutte le aziende vinicole disposte a intraprendere azioni strategiche per accelerare soluzioni climatiche innovative.
Tra i membri attuali figurano produttori come Constellation Brands, Sogrape, e Ramón Bilbao.
Lavorare per la diminuzione dell’impronta carbonica della filiera vinicola servirà per rispettare l’accordo di Parigi del 2015 ossia ridurre l’aumento delle temperature a un massimo compreso tra 1,5°C e 2°C entro la fine del secolo.
Foto di Jeremy Bishop su Unsplash