Dopo aver visitato le vigne di Lorenza a Suffonte, montiamo in macchina per andare a Prezza a trovare Ottaviano Pasquale. Sono poco più di quindici chilometri, la strada è quasi deserta, e passa per campi coltivati e vigne.

Risaliamo il fianco della collina sotto il cielo pulito del pomeriggio, chiacchierando di vino e di amici comuni con Lorenza.

Troviamo quasi subito la deviazione da prendere per arrivare al paese, anche se ad un certo punto bisogna tornare indietro e fare una deviazione, la strada che porta fin su è  ancora interrotta, non ancora completamente riparata dopo il terremoto. 

Parcheggiamo di fronte all’abitazione di Ottaviano e della sua famiglia, una bella insegna con la scritta Praesidium in ferro battuto fa mostra di se sopra l’architrave del portone d’ingresso.

Ottaviano viene subito a salutarci, ma è impegnato con un gruppo di americani, così facciamo un giro per il paese insieme al padre. 

La strada gira tutta attorno alla collina, consentendoci di osservare il panorama sottostante; il padre di Ottaviano conosce bene i boschi che si vedono di fronte a noi, ci indica posti, nomina paesi, ci racconta episodi e menziona persone, un curato, un medico, un cacciatore.

La conoscenza del territorio non è solo sapere i nomi delle città vicine o delle strade, ma conoscere le persone che li abitano e che le percorrono. 

Quando torniamo su gli americani sono quasi andati via, e comunque hanno terminato la loro visita, così noi possiamo iniziare la nostra, che visto l’orario si dovrà purtroppo limitare alla sola cantina.

La cantina di Praesidium è un gioiello di ordine, pulizia ed efficienza organizzativa. Non è lasciato nulla al caso, le posizioni studiate per l’efficienza e la comodità di lavoro. 

L’enorme portone è stato completamente ricostruito a mano, nuovi tiranti d’acciaio ai muri, un torchio rimesso a nuovo. 

Da qui passiamo alla cantina d’affinamento, a pochi passi di distanza, tini d’acciaio e botti dove riposano Cerasuolo e Montepulciano, il primo attende due anni in acciaio, il secondo si fermerà ancora nella botte. Assaggiamo le varie annate direttamente dai loro contenitori, 2012, 2011, 2010, il 2009. Ognuno regala sensazioni diverse, in ognuno troviamo la perfezione e la delicatezza che sono la firma di Praesidium e dello stesso Ottaviano.

Ci spiega ogni lavoro fatto nella cantina, lo studio per costruire una porta nelle pareti profonde fatte di sassi, l’attenta gestione delle rotazioni delle annate. 

Temperatura costante, nessun accenno di umidità, un posto studiato per arrivare ad imbottigliare vini di alto livello.

Concludiamo il giro nella cantina storica, bottiglie etichettate 1968, le prime dell’azienda; riportano il nome del proprietario dell’epoca, che era … Ottaviano Pasquale. Non quello attuale, però, ma il nonno. Bottiglie impolverate, tenute coricate e parte integrante della storia di questa cantina abruzzese, come il fondo della botte che fa bella mostra di se sul muro, a ricordo del tragitto nei decenni.

Torniamo fuori dalla cantina con l’impressione di aver fatto un piccolo, ma importante, viaggio nella storia.

Ci sediamo attorno al tavolino con Ottaviano e la sorella, mentre Lorenza ha ancora negli occhi le meraviglie della cantina e nel palato le sensazioni del vino. 

 

Viene naturale fare il confronto con il suo Suffonte, lei ascolta consigli e ne fa tesoro. Dal cortile davanti casa si vede tutta la pianura attorno a Sulmona, e subito lì dietro Vittorito e le vigne dove abbiamo trascorso la prima parte del pomeriggio. 

L’aria si è fatta fresca, il sole ormai è calato ed il cielo che sta cambiando colore da celeste a grigio ci sta dicendo che è ora di andare. 

L’ospitalità di Praesidium è stata, al pari dei vini, eccezionale. 

Praesidium è un punto di riferimento per chi fa vino in Abruzzo, con il grande pregio di aver portato ad alte punte di qualità sia il Montepulciano d’Abruzzo che il Cerasuolo, dimostrando cosa si possa fare con i vini di queste terre.

Ritorniamo verso casa, a Roma, accompagnati ancora dai profumi e dai sapori dei vini assaggiati, e dal calore dell’ospitalità e dell’amicizia delle persone che abbiamo incontrato. 

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