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Soluzioni di sostenibilità del packaging del vino

packaging sostenibile del vino

Diminuire i costi del packaging del vino, diretti e indiretti, e approfittare per diminuire anche le emissioni di CO2: potrebbe essere un binomio di successo se si riuscisse a trovare un metodo, una tecnologia ed un business model che siano, altrettanto, sostenibili e validi.

Startup e tentativi

Per ora assistiamo a tentativi, anche legislativi, di migliorare la situazione dei contenitori, e questo naturalmente impatta il mondo del vino e degli alcolici in generale. In questo caso inoltre incide fortemente il prezzo del vetro, che sebbene non sia il primo materiale per trasportare derrate alimentari, sicuramente è quello universalmente usato per le bevande alcoliche. In un numero della mia newsletter ho già parlato delle proposte di legge europea per limitare in qualche modo i contenitori in vetro. Una proposta che, non è stata vista di buon occhio dai produttori vinicoli che hanno sempre l’impressione che tutto il mondo ce l’abbia con loro.

Sostenibilità e packaging

In ogni caso, che vi piaccia o meno, siamo al punto di non ritorno nelle scelte per rendere tutta la nostra industria, l’economia e in generale le nostre vite, più sostenibili e meno dannose per l’ambiente. E sicuramente agricoltori, allevatori e produttori di vino dovrebbero essere in prima linea per difendere proprio l’ambiente e la natura che costituiscono il loro luogo di lavoro (e di guadagno, naturalmente). Anche il packaging del vino dovrà prima o poi adeguarsi e contribuire, e soluzioni come il vino in lattina non hanno avuto molto successo, ancora.

I contenitori SmartPour 2.0S ed ecoTOTE 3.0S Smirnoff Edition

Tra i molti tentativi di rendere ‘circolare’ il business del drink, troviamo buona ultima ecoSPIRITS, una startup nata a Singapore nel 2018 che si occupa di trovare soluzioni per la diminuzione di CO2 nel mercato dei drink.

Il refill e il vuoto a rendere: sono soluzioni praticabili?

Riducendo significativamente packaging e trasporto, ecoSPIRITS fornisce un vantaggio sia sui costi che sulla riduzione dell’impronta carbonica (Zdenek Kastanek, managing director di ecoSPIRITS USA, da VinePair)

Secondo i loro dati, ogni anno vengono prodotte 40 miliardi di bottiglie per distillati, e questo genera 22 milioni di tonnellate di emissioni carboniche. L’idea di ecoSPIRITS è quella di sostituire tutte (o la maggior parte) queste bottiglie con dei contenitori da posizionare soprattutto nei bar in modo da avere, come le birre, anche i distillati alla spina. In questo modo, continuano, si potrebbero risparmiare 30 grammi di CO2 per ogni cocktail.

L’idea potrebbe sembrare poco realizzabile, almeno qui in Europa, ma probabilmente le condizioni in Asia sono differenti, visto che Diageo, tra i maggiori distributori di drink mondiali, ha iniziato una collaborazione con ecoSPIRITS in Indonesia posizionando i nuovi contenitori ecoTOTE in 38 location a Bali e Jakarta per la distribuzione dei prodotti Smirnoff.

Dietro tutto questo c’è un software che tiene sotto controllo la quantità versata ed avvisa quando il livello di vodka è sotto un certo limite, effettuando anche un ordine automatico al magazzino o direttamente al distributore.

Non è chiaro, in quel che scrivono, come avviene il riempimento di questi totem, da 2 e 3 litri), e questo potrà essere il vero ostacolo alla circolarità del sistema. In ogni caso è interessante notare come stiano nascendo startup per risolvere questo problema, che oltre a dover essere risolto il prima possibile, può avere anche un buon impatto sul marketing dei vari brand, visto che la sostenibilità sta diventando anche un ottimo veicolo di immagine.

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