labet1Della regione dello Jura ho già parlato qui, soffermandomi soprattutto sulla forma caratteristica della bottiglia (la claveline) usata per i vini dolci da uve savagnin (i vini jaune, gialli) della zona e, con forma più slanciata, anche per i molti pinot noir e chardonnay, bottiglia appunto detta Jura.

Il vino di oggi è ancora uno Chardonnay, ed è quello di Julien Labet, lo Chardonnay En Chalasse Còtes du Jura 2009; En Chalasse è una delle particelle di cui è composto il Domaine Labet, di circa mezzo ettaro, da dove viene prodotto anche il Fleur de Savagnin.

Julien Labet ha preso le redini dei vigneti nel 2003, riprendendo il lavoro del padre Alain che ha modificato il tradizionale metodo ossidativo di vinificazione in bianco del Jura.
Qui, infatti, solitamente le botti non sono riempite completamente, consentendo lo sviluppo di un velo di lieviti (voile) che protegge in modo naturale il vino da scambi eccessivi con l’ossigeno.
Invece Alain Labet iniziò nel 1992 ad usare una vinificazione in stile più borgognone, ossia con le botti completamente colmate (ouillage).
Vengono prodotte due linee di bianchi, con e senza solfiti, e la bottiglia assaggiata è della seconda tipologia, come è riportato chiaramente in etichetta dove è indicato che la quantità totale è <20 mg/litro. Il vino, ripeto per chi fa finta di niente, proviene dalla vendemmia del 2009, ed ha quindi già tre anni.
Lieviti indigeni, nessuna filtrazione ed illimpidimento, affinamento in botti vecchie per 18 mesi; l’azienda è certificata biologica dal 2010.

Veniamo al vino.

Il colore tende ad un giallo oro vecchio con riflessi giallo oro, limpido nonostante l’assenza di filtrazioni.
Al naso inizialmente fa fatica ad esprimere complessità, l’aroma più evidente, e coprente, è sicuramente quello dolciastro della vaniglia. Attendo quindi qualche minuto così che il vino si abitui all’aria, e dopo una ossigenazione decisa vengono fuori anche le note meno legnose, la camomilla ed il frutto tropicale, pesca gialla, pera, poi mineralità leggera, lieve anche la parte agrumata, una foglia di limone direi.

In bocca è molto sapido, molto più di quanto il naso ci facesse immaginare, una buona freschezza acida che lascia il palato profumato, riprendendo le note di pesca e di pera al naso. Finale di nocciola che riporta alla sensazione di vaniglia legnosa dell’olfattiva iniziale.

E’ sicuramente un vino non molto equilibrato, almeno a questa età, e non ho modo di capire se e come sarà la sua evoluzione.

Sicuramente è la dimostrazione che un vino bianco, senza solfiti aggiunti e solo con la solforosa naturalmente prodotta, può essere un buon vino, bevibile anche lontano da dove è nato (e quindi con tutte le problematiche del trasporto), ed anche dopo qualche anno.

2 pensiero su “Domaine Labet Chardonnay En Chalasse Còtes du Jura 2009”
    1. Vero, hai ragione. Il vin jaune non è un vino dolce, ho corretto. Grazie della segnalazione e del tuo passaggio qui.

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