Note di degustazione, Slovenia

Klinec Rebula 2007

Klinec RebulaKlinec ha la capacità di trasformare un’ottima uva in un ottimo vino aiutandosi con nient’altro che la conoscenza delle sue terre, e tanto lavoro naturalmente.

E’ la ribolla, Rebula come si dice a Brda, il tipico vitigno di questa zona, di qua del confine più noto come Ribolla Gialla.

Volendo dare una classificazione potremmo inserire di fatto la Rebula di Klinec, come quelle di altri famosi sloveni, nell’elenco degli orange wines, vini bianchi che al gusto ricordano più i vini rossi che non quelli bianchi.

Della Ribolla si trovano annotazioni di forniture fin dal XII secolo, quando le aziende del Collio rifornivano i nobili della Repubblica di Venezia.

Era molto utilizzato come vino di benvenuto ai luogotenenti della Repubblica quando questi andavano in visita a città limitrofe, come ad esempio nel 1565 durante la visita del Patriarca Marquardo in onore della sua prima visita a Udine; un’altra nota storica (Dalmasso, Storia delle uve e dei vini, III volume) ci racconta che due botti di Ribolla furono donati all’imperatore Carlo V, avvenimento che decretò la fama di questo vino.

Agli inizi del XX secolo, la Ribolla gialla aveva perduto molto del proprio fascino, soppiantata soprattutto da Tocai (Tocaij) e Glera (Prosecco). 

La vinificazione moderna, eliminando cioè le bucce, controllando la temperatura ed utilizzando vasche d’acciaio di fermentazione, fornisce un vino profumato e semplice, da consumare entro un anno dalla vinificazione.

I viticoltori più tradizionalisti, invece, hanno continuato a vinificare utilizzando unaKlinec_LOGO lunga macerazione sulle bucce, come fa anche Klinec: la sua Rebula 2007 arriva a rimanere fino a due anni sulle proprie bucce. Viticoltura biologica, vinificazione completamente naturale.

Questo conferisce un colore aranciato a questo vino, quasi ramato dopo così tanti anni, e la mancanza di filtrazione contribuisce a mantenere il colore.

Lasciando il vino per qualche minuto nel bicchiere, il colore si illimpidisce ed i riflessi della luce iniziano a svilupparsi in delicate sfumature dorate ed aranciate.

Ha bisogno di tempo anche per sviluppare i suoi profumi, che poi regalano una grande ampiezza e profondità; frutta secca, uvetta, pesca, uvetta, note agrumate di buccia di arancia amara, un leggero profumo di legno verde.

Il sapore è decisamente forte, acidità potente ma ben regolata che ad un secondo sorso lascia scoprire una decisa tannicità, eredità della lunga macerazione sulle bucce. Anche all’assaggio è necessario del tempo per far amalgamare il liquido nel palato, che risulta infine decisamente spostato verso i gusti duri, ammorbiditi da sapidità elegante.

Si sentono ancora in bocca i profumi di arancia grattugiata e carruba, con una lunghezza tutto sommato non eccessiva ma decisamente piacevole, un finale equilibrato.

Acquista, la degustazione, se accompagnata da un risotto agli asparagi e frutti di mare.

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