La Borgogna non è solo grandi vini rossi, ma anche grandi vini bianchi. Tra le sue zoneMaconnais, che dà origine al Macon-Chardonnay, ha dalla sua la notorietà del Pouilly-Fuissé e di Viré-Clessé. 

L’Appelation

La zona di cui parliamo è nella parte sud della Borgogna, delimitata dalla vallata della Grosne a ovest e quella della Saona ad est e vigneti che si stendono da est a sud-est. Il terreno è piuttosto povero di calcare, il che rende i vini del Maconnais alquanto differenti rispetto alla Cote de Beaune. Troviamo invece più spesso terreni molto alcalini, ricchi di argilla ferrosa che conferisce una mineralità vivace e fresca, accentuando i profumi tipici dello chardonnay. 

Tra le sottozone di questa regione va di sicuro menzionata la AOC Macon Villages, valida solo per i bianchi, da dove vengono prodotti alcuni dei migliori Chardonnay. Ricca di piccoli produttori noti e meno noti, alcuni riescono ad avere abbastanza vino da poter imbottigliare, mentre molti altri lo conferiscono ai negociants, ai consorzi. 

Storia di Macon

La AOC è piuttosto datata, risale infatti al 1937 e man mano ha acquistato prestigio tanto da convincere i viticoltori della zona a richiedere l’ingresso nei Premiere Cru. Probabilmente molto si deve anche alla presenza della vicina e famosa Abbazia di Cluny, centro di potere durante il Medioevo e di conservazione della cultura contadina. Qui la vite veniva coltivata fin dall’epoca dell’Impero Romano, ed i monaci benedettini si adoperarono per creare una rete di difesa insieme alle altre abbazie della regione, così da essere relativamente al sicuro dalle invasioni dei barbari del nord e dell’est. 

Uno dei più noti abati di Cluny fu Ildebrando di Soana, poi diventato papa Gregorio VII; tra gli altri divennero papi anche Ottone di Lagery, Urbano II, Rainerio Raineri, Pasquale II ed infine Guillaume de Grimoard nel 1362 con il nome di Urbano V. 

Oggi dell’abbazia originale rimangono pochi ruderi.

Note di degustazione

Tornando al vino, le note di degustazione del Le Héritiers du Comte Lafon, Clos de la Crochette 2008, AOC Macon Village.

La proprietà è di circa 2.5 ha e fu costituita dai monaci cluniacensi; i vigneti si affacciano sul lato sud della collina.

Il vino si presenta di un bel giallo brillante al bicchiere; gli aromi arrivano immediati al naso, mela, mapo, frutti tropicali, una lieve speziatura forse dovuta più al legno che al territorio, poco altro. Non molto ampio al naso, quindi,  ma netto nei profumi.

Al palato risulta diverso da come ci si aspetterebbe da territorio, vitigno ed olfattiva, con un carattere un po’ troppo grasso per uno chardonnay e meno fresco di quanto si potrebbe pensare; ha in ogni caso la sua discreta mineralità che ne riscatta la parte più dura e lo rende, se non equilibrato, almeno non completamente spostato verso le note pastose e grasse. La struttura è quella di uno chardonnay di buona levatura, naturalmente, e sebbene il finale sia un po’ corto, è in ogni caso piacevolmente citrino. 

Non lo definirei un vino particolarmente da ricordare, non ha difetti o mancanze ma manca di nerbo e di personalità; dalla zona mi  aspetto di più, ed anche dal produttore.

Abbinamenti: necessita di piatti poco strutturati, come pesce alla griglia o una frittura di pesce, non starebbe male anche con una carbonara. 

Prezzo: tra i 18 ed i 21 €.

 

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