Ero alla ricerca di un buon Cabernet Franc, vino che ha nei miei gusti un punteggio superiore a quello del più noto Cabernet Sauvignon.
Grazie ai consigli di Sabino di Vitis Vinifera, ho assaggiato il Cabernet Franc 2017 di Simon di Brazzan, tra le più note cantine del Friuli Venezia Giulia in conduzione biodinamica (per chi interessa questo aspetto).
La bottiglia è stata presto aperta, in questo periodo natalizio le occasioni per assaggiare buoni vini non mancano di certo, fra cene in famiglia e pranzi con gli amici.

Il Cabernet Franc fino ad un paio di decenni fa veniva considerato come il fratello minore del più noto Cabernet Sauvignon, meno potenza, meno tannino, meno alcool. Eppure proprio queste sono le caratteristiche che mi attirano di questo vino, una maggiore attenzione agli aromi verdi e speziati, un tannino più duro ma ingentilito dalla morbidezza tipica del Cabernet.
Tutte caratteristiche che si ritrovano nel Cabernet Franc di Simon di Brazzan.
Al naso ha bisogno di essere atteso, dopo qualche secondo diventa piuttosto interessante con aromi di violetta e prugna, pepe verde, erba bagnata, tabacco.
Al palato il tannino dà l’introduzione, un tannino non fine ma per nulla sgradevole, al contrario fornisce la dimensione della bevuta. L’alcool stempera questa durezza e lo rende piacevole al sorso, mentre i sentori erbacei e vegetali contribuiscono ad una gradevole freschezza.
Tipicamente si abbina a selvaggina, lepre, fagiano, anche pernice; io l’ho provato insieme a salsicce di cinghiale e contorno di broccoli, ottenendo un insieme equilibrato e pieno di sapori.