Il 10 giugno è stato nominato all’unanimità il nuovo AD di VeronaFiere, è Maurizio Danese, presidente uscente della SpA veronese. Proprio sotto la sua presidenza dal 2015 al 2022, l’ente è diventato nel 2017 una società per azioni, socio di maggioranza il Comune di Verona con il 39.4%; a seguire la Fondazione Cariverona con il 24% e la Camera di Commercio di Verona con il 14,3%.
Naturalmente c’è anche la Provincia di Verona (1,4%) e Regione Veneto (0,11%). A maggio era stato approvato, con ancora presidente Maurizio Danese, il bilancio 2021 con €74 Mln di fatturato, compresi circa €30 Mln di ristori governativi, e oltre €4 Mln di utile netto.
Essenziali il conferimento di 30 milioni di euro da parte dei soci e i 31,2 di ristori, ottenuti grazie al grande lavoro fatto da AEFI con il Governo e i Ministeri preposti. Con la trasformazione in Spa del 2017, l’aumento di capitale e la revisione dello Statuto, termina il mio mandato di presidente portando a termine tutti i punti del documento programmatico sottoscritto dai soci, con una previsione di bilancio 2022 a livelli pre-pandemia e superiore alle attese (Maurizio Danese)
Il nuovo presidente è Federico Bricolo, già senatore della Lega e capogruppo al Senato dal 2008 al 2013.

I circa 30 milioni di ristori sono stati necessari a causa del fermo delle attività del 2020 e buona parte del 2021; i compiti del nuovo AD sono certamente importanti, visti i cambiamenti degli ultimi tempi. Molto importante sarà la capacità della SpA nella gestione degli eventi che vedranno, così come sta accadendo per altri enti internazionali simili, un mix fra attività in presenza e online.
Il gruppo ha numerose controllate, fra cui VeronaFiere Brasile al 51% e Asia al 100%; la sua presenza internazionale consente di avere la gestione di attività fieristiche di tipo molto diverso dal solo vino.