Temperature più basse, una ottima occasione per stappare una bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo che ho fatto attendere nella mia cantinetta per ben sette anni.

Il Montepulciano d’Abruzzo 2010 di Ottaviano Pasquale va bevuto con una certa dose di attenzione per non lasciarsi sfuggire profumi e sapori.

Degustazione

Profumi e sapori che, in ogni caso, si arricchiscono con il passare dei minuti di aromi più profondi e riconoscibili, come ad esempio … No, andiamo con ordine.

Il vino è rimasto in bottiglia 7 anni, così è necessaria un po’ di attenzione durante l’apertura per non far muovere le particelle che, durante gli anni, si sono depositate in fondo.

Poi come al solito, si riempie una metà calice e si lascia la bottiglia aperta per almeno un’oretta. Capisco che aspettare un’ora prima di bere il vino di Praesidium possa essere un supplizio, ma è per questo motivo che si riempie il mezzo calice.

Una buona ossigenatura, con il solito elegante movimento del bicchiere, ed il vino è pronto per essere assaporato.

Gli aromi inizialmente sono lievi, esce una mora scura ed un’arancia sanguinella; la nota di freschezza che sentiremo poi al palato, è lasciata ad una delicata nota di erba tagliata e ciliegia cerasa. Ed ecco che arrivano anche i profumi terziari, cacao, caffè, torba.

Lievi, ho detto prima, ma netti e profondi, identificabili.

Passiamo al sorso, che avvolge il palato di morbidezza che scorre sulla lingua, il tannino morbido e ordinato, strutturato ma non invadente; l’acidità dona tutta la freschezza necessaria per equilibrare la bevuta, vera spalla di questo vino e, come tutte le spalle che si rispettino, lancia la battuta per il tannino profumato e la morbidezza fruttata. Una struttura ben architettata, grazie all’uva al tempo e, naturalmente, al vignaiolo, forte e gentile come è la gente d’Abruzzo (e capisco che questa è scontata, ma è così).

Finale e abbinamenti

In sintesi, ho detto che è un gran vino e che, se caso mai abbiate la sfortuna di non averlo mai assaggiato beh, dovete per forza iniziare a rimediare. 

Il finale è lungo, svanisce lentamente e lascia la bocca con i profumi di amarena e sanguinella.

Ha una potenzialità di invecchiamento ancora di parecchi anni, e fondamentalmente inizia ad essere pronto adesso.

Abbinamenti? Una pasta con ragù, semplice, o un coniglio alla cacciatora sono un ottimo accompagnamento, ma non ho disdegnato nemmeno un formaggio di pecora di sei, otto mesi.

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