La Maison Régnard fu fondata nel XVI secolo in Borgogna, ed è stata per quasi tre secoli tra le più prestigiose cantine di produzione di Pouilly-Fuissé, possedendo svariati appezzamenti nella regione, come ad esempio lo storico Clos du Pavillon che risale al 1755.
Nel XVIII secolo la Maison fu acquisita da Patrick de Ladoucette, che restaurò il castello e si prese cura delle particelle di vigna creando la cuvée Pouilly-Fuissé Clos du Pavillon e l’etichetta L’Ancien Prieuré.
Come ho già avuto modo di scrivere, la zona è all’interno della regione di Mâconnais, ossia la zona più a sud della Borgogna; è una striscia lunga 35 km tra Sennecey-le-Grand e Saint-Vérand, che si estende tra le valli della Grosne e della Saône.

Leggi l’articolo dedicato a Pouilly-Fuissé

La tradizione vinicola della città di Mâcon ha origine dai monaci benedettini, che applicando la regola dell’ Ora et Labora, coltivavano e producevano tutto quel che necessitava, vino compreso. Qui l’uva bianca dominante è lo Chardonnay, che rappresenta quasi l’80% della produzione della regione, mentre le uve rosse sono rappresentate dal Gamay, qui sopravvissuto all’eradicamento ordinato nel Medio Evo dal duca di Borgogna per piantare Pinot Noir perché il Mâconnais non faceva parte del ducato.

Le note di degustazione

Il Pouilly-Fuissé è una delle Appellations Villages, insieme a Pouilly-Loché, Pouilly-Vinzelles, Saint-Véran e Viré-Clessé, altro vino di cui ho già raccontato.
Il Régnard Pouilly-Fuissé Ancient Prieuré 2006 si presenta al bicchiere con un tenue color giallo paglia, ravvivato da riflessi verdacei.
Al naso sembra aprirsi quasi immediatamente, con profumi di fiori gialli e frutta; man mano che l’ossigeno fa il suo lavoro, scopriamo mandorla e miele, erba tagliata, noce, cedro. Quasi appiattite le note minerali di questo vino, che riescono ad uscire dal bicchiere solo dopo una seconda ossigenazione, rivelando ricordi di di pietra bianca mescolati a fumo di legna.
Al palato la mineralità non è particolarmente evidente, e quindi risulta un poco disequilibrato verso la potenza alcolica che è la responsabile principale del senso di freschezza. Anche qui un secondo sorso riesce a far risaltare la parte sapida e minerale di questo vino, che quindi ha solo bisogno di tempo per evidenziare le sue qualità.

Buono l’impatto gustativo generale, con rimandi di pera croccante e noce nel finale..
Da consigliare abbinato con leggere fritture di pesce o insalate impreziosite con acciughe.

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