San FereoloSe di un vino volete sentire la potenza immediata, questo Dolcetto non fa per voi. Se non vi piace la ricerca dell’equilibrio, la leggerezza dell’uva, la metamorfosi del vino nel bicchiere, forse è meglio che cambiate bottiglia, o forse che smettiate di bere vino.
Il San Fereolo Valdibà 2010 è un insieme di sensazioni che si modificano, non c’è staticità, c’è movimento leggero e ondate di profumi, un Dolcetto di Dogliani di grande espressività.
Nicoletta Bocca lavora in biodinamica dal 2006, e potete vederla nel documentario di Senza Trucco mentre si muove nella vigna, mentre osserva un tino di fermentazione, mentre insegna al figlio a legare le viti.
Il rispetto del terreno e di quanto contiene è essenziale, proprio perché l’essenza di questo vino è il risultato del lavoro di Nicoletta, della vite e del terreno.
Una sinergia che dimostra che per fare un grande vino è necessaria attenzione e cura di tutto quanto il terreno contiene.

Veniamo quindi al vino.
Nel bicchiere è rosso granato, riflessi porpora luminosi.
I profumi salgono compatti e decisi, floreali inizialmente, poi virano su note boschive e fresche; è un insieme aromatico di grande apertura, erbe balsamiche che escono piano piano.
Al palato l’equilibrio di morbidezza ed acidità è impreziosito dagli stessi sentori olfattivi, foglia balsamica su tutti, il rabarbaro netto ed i tannini leggeri.
La bocca è in buon equilibrio con il  finale che rimanda alla nocciola.

Assaggiato a bottiglia aperta da una giornata, la nota vegetale non scompare ma piuttosto si amalgama con sentori di rabarbaro e radice di liquirizia.

Adatto per accompagnare, ad esempio, lasagne in bianco o arrosti di vitella con funghi.

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