Giornata di sole, da estate di San Martino, persone che girano per i banchi d’assaggio e stress annullato: se volete un riassunto differentemente poetico della mia visita all’evento dei Vignaioli Artigiani Naturali, eccola qui.

Un sabato italiano con i vini artigiani

Un sabato qualunque, un sabato che dovrebbe essere la normalità italiana, giusto per citare Sergio Caputo del 1983, gradevole se non fosse per il traffico cittadino, che comunque all’interno dello spazio della Città dell’Altra Economia, viene presto dimenticato, soprattutto dopo aver trovato parcheggio.

Ingresso con sconto stampa, per me ed il mio padawan Andrea, due biglietti al prezzo di uno, calice serigrafato di buona qualità (non il solito finto vetro plasticoso), pettorina nera con il logo in verde, molto apprezzabile.

Sbrighiamo veloci le pratiche al gazebo della cassa e poi siamo dentro, armato di macchina fotografica e stick per i campi lunghi, ma il pulsante bluetooth è rimasto a casa collegato con il caricabatterie, e quindi foto con il cellulare.

Vecchi amici, nuovi vini

Poco male, spero. Anche perché in realtà sono andato a Vignaioli Artigiani Naturali per assaggiare vini e ritrovare qualche amico, di quelli che ritrovi solo nelle degustazioni, così ho potuto gustarmi le molte novità presenti.

VAN a Roma

Erano tre anni, credo, dall’ultima volta, ed ho notato subito il miglioramento della qualità generale e l’aumento del numero di banchi.

All’ingresso, come sempre, il banco dei formaggi di Gregorio Rotolo, presenza fissa e tranquillizzante ad ogni evento sui vini naturali. Anche da lui ho fatto una buona scorta.

Prima di tutto, andiamo a salutare il padrone di casa, Emilio Falcione dell’azienda La Busattina, che mi fa assaggiare i suoi vini, sottolineando il suo Bianco di Maremma, trebbiano, malvasia e ansonica, ed il Ciliegiolo in purezza.

I vini di Luca Paolo Virgilio, dell’azienda agricola Caprera, che per colpa mia, di distanze (in effetti non proprio incolmabili) e di tempi, è la prima volta che assaggio, e mi sono innamorato subito del suo Cerasuolo d’Abruzzo, dissetante, potente, fresco. Giovane, e tra un paio di anni ne sentirete parlare moooolto bene.

Vicino a lui, un banco con tre produttori dal catalogo di Gino Manfredi, all’inizio del salone Saccoletto dal Piemonte, ancora Abruzzo con Lorenza Ludovico (con il Montepulciano d’Abruzzo da tenersi in casa un paio di anni e poi strabuzzare gli occhi per la bella sorpresa), poi Flavio della cantina Maria Bortolotti (il pignoletto fermo voglio riassaggiarlo con calma).

Quindi, per concludere, un evento ben fatto, che denota un buon impegno da parte degli organizzatori per migliorare il livello di qualità degli aderenti VAN.

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