Podere Veneri VecchioDi Podere Veneri Vecchio, l’azienda di Raffaello Annichiarico, è un po’ che non parlo su questo sito. I suoi non sono vini facili da trovare, le bottiglie prodotte sono veramente poche e gli appassionati le finiscono subito.

Se volete trovarlo in qualche evento enologico, potete cercare quelli più underground, come Enotica Erotica al Forte Prenestino, un posto che probabilmente non richiama i migliori nomi della ristorazione e del giornalismo, e forse Raffaello ci va proprio per questo motivo.

Certo è che i suoi vini non conoscono mezze misure, e questo lo ha scritto anche sul retro delle sue bottiglie di Bianco Tempo

Questi non sono vini fatti per il mercato; se non accendono qualcosa dentro di te… lascia perdere, sono poche bottiglie.”

Segue poi l’indicazione dell’uso di botti di acacia e castagno, dove questo vino viene fatto affinare. 

Il vino è fratello del Tempo dopo Tempo, quindi IGTPodere Veneri Vecchio Beneventano Bianco, fatto con il 50% di Grieco ed il 50% di Cerreto, i vitigni tipici della zona di Castelvenere e che Raffaello ha deciso di rivalutare, valorizzare, di non far scomparire.

Nessun trattamento chimico di sintesi in vigna né fertilizzanti, in cantina la fermentazione avviene grazie ai lieviti indigeni presenti sulle bucce (oltre a, come chiaramente descritto nel suo sito, tutti gli altri microrganismi portati in cantina con l’uva).

Come il Tempo dopo Tempo, anche il Bianco Tempo rimane a macerare sulle bucce per 7-8 giorni, ma a questo punto prende la strada delle botti, appunto di acacia e castagno, legni tipici della tradizione beneventana.

Un lavoro di alto artigianato per la produzione di questo vino che non viene filtrato, né stabilizzato né tantomeno chiarificato, con buona pace dei cultori delle trasparenze indotte.

Ed infatti nel bicchiere non ha una eccessiva trasparenza; le particelle che rimangono in sospensione però hanno il pregio di catturare la luce che attraversa il liquido e di rifrangerla in tutte le direzioni, consegnando a questo vino una luminosità calda di oro antico.

L’annata non viene indicata in bottiglia, essendo una IGT (una legislazione piuttosto sciocca impedisce di declinare l’annata), ma è un 2012, almeno così riporta il tappo.

Una buona ossigenazione fa rilasciare verso il naso i profumi tipici dei vini bianchi con una lunga macerazione sulle bucce: buccia d’arancia e di cedro, nocciola e mandorla tostata, fiori secchi. I profumi sono piuttosto netti, sebbene non molto lunghi,  Rispetto all’analogo in acciaio è certo più chiuso, con profumi meno intensi e meno ampi ma più interessanti e non banali. Probabilmente il legno usato gli conferisce la necessità di doverlo aspettare ancora almeno un altro anno. 

In bocca si sente la lieve astringenza tannica, ben equilibrata dalla freschezza e soprattutto dalla buona sapidità, lasciando il palato con sensazioni di agrume e castagna. Il finale è discretamente lungo.

Come scritto in retroetichetta, non è un vino semplice, non è un vino per tutti.  Qui la macerazione sulle bucce è ben evidente, ed ogni sorso sembra diverso dal precedente, come se le diverse componenti olfattive e gustative si presentassero in ordine diverso, mescolandosi per dare sensazioni simili ma non perfettamente uguali.

A questo punto della sua evoluzione è più interessante alla bocca che al naso, un vino quindi estremamente piacevole da bere e non solo da degustare, magari in abbinamento ad una minestra con pasta e verdure.

2 pensiero su “Podere Veneri Vecchio Bianco Tempo, IGT Benevento Bianco”
  1. Mai sentito che una IGT impedisca di indicare l’annata di produzione: infatti il testo del disciplinare di questa Igt non ne fa cenno. L’indicazione dell’annata era vietata per i “vini da tavola”, classificazione che è stata sostituita da “vino bianco” e “vino rosso”, dove l’annata può essere riportata.

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