piedi tacchi altiLa prima persona che incontro, entrando all’Excelsior di Via Veneto per Vignaioli Naturali a Roma, è Gino Manfredi, che mi dà alcune dritte su cosa andare subito ad assaggiare prima che finisca. Beaufort e Frick, naturalmente, che sembrano già in crisi di bottiglie.
Mentre mi parla, ricordo cosa volevo chiedergli da tempo: “Gino”, gli dico, “ma tu tra gli altri tuoi lavori come attore hai partecipato ad uno sceneggiato radiofonico per la RAI sulla vita di Guglielmo Marconi, parecchi anni fa?”. Lui mi guarda sorpreso, sto parlando di veramente molto tempo addietro. “Si, ma tu come fai a saperlo?” “Oh beh, sai, sono un appassionato di sceneggiati radiofonici, e quando ho sentito il tuo nome immaginavo fossi proprio tu, e non un tuo omonimo”.
Capita anche questo, quando si va ad un evento enologico. Può capitare in qualunque

Nel listino di Sarfati, Atmosphéres 2012
Nel listino di Sarfati, Atmosphéres 2012

posto, in una villa o in un capannone, in una cascina o in un castello; le persone hanno storie, le condividono a volte, ed a volte no.
E’ importante essere naturali, ognuno con le proprie scarpe. Il fango lasciamolo in vigna, ad un evento, ovunque si tenga, meglio arrivare con scarpe comode.

Ho assaggiato buoni vini come sempre, Tiziana Gallo ha saputo mescolare assieme i nomi affermati con le nuove promesse, ma soprattutto ho parlato con  persone, quelle che fanno il vino, quelle che ne scrivono, qualcuno che ne legge.
Gente che frequenta, quindi, e sanno non perché qualcuno gli riferisce.

De Fermo
I vini dell’Azienda Agricola De Fermo

Il primo incontro è stato con Stefano Papetti Ceroni dell’azienda De Fermo, ormai una delle certezze del vino in Abruzzo; il suo Cerasuolo 2012 è un bel bere, il suo Pecorino 2013 è oltremodo interessante.
Acidità dritta che tiene la morbidezza di questo vitigno, profumi ancora da uscire fuori, sta imparando a camminare da solo.
Stefano mi racconta brevemente della sua trasferta Down Under, a Sidney cioè, e sembra sia rimasto quasi folgorato dalle possibilità, dalle persone, dall’interesse verso i vini italiani ed in particolare i Vini Naturali; resisi conto che in fondo loro il vino proprio bene bene non sono in grado di farlo, si sono rivolti a noi. Vediamo ora di non farci fregare anche questo mercato dai francesi. Non è già successo, vero?

Maule
I vini de La Biancara

Al banco a fianco trovo Angiolino Maule con i suoi vini, il bianco che è garganega e trebbiano, due rossi, il Rosso Masieri da Merlot e Cabernet Sauvignon ed il So San, Tokaj rosso. Come sempre grandi vini, filosofie differenti. Il bianco pensato come vino accessibile a tutti, dallo studente all’operaio, di buona qualità, da tutto pasto; così come il Rosso Masieri. Il So San un paio di spanne sopra, naturalmente, complesso, fresco, profumi da buccia di arancia immersa nel vino, profondità che gorgoglia nel calice, equilibrio del palato. 

Con Angiolino mi sono fermato a parlare degli ultimi, un po’ sconclusionati, attacchi al Vino Naturale. A chi dice che il Vino Naturale è un vino di sinistra, ma con prezzi di destra, Maule sta dimostrando che si può fare un vino di destra con prezzi di sinistra, visto che il suo bianco esce fuori a 6€ con tutta l’IVA. E, aggiunge, “le parole di qualche enologo e qualche produttore danno solo l’idea che si sentano tirar via il terreno da sotto i piedi da un modo di pensare, ossia bere vini e mangiare cibi sani, che va a tutto danno delle grosse industrie del settore agroalimentare e vinicolo“. Sottolinea che, sebbene solo il 3% della superficie agricola sia coltivata a vigna, viene usato ben l’11% di tutta la quantità di fitofarmaci del comparto. E no, ancora, la solforosa è un falso discriminante, visto che poi quelli che da un giorno all’altro si inventano vini senza solfiti spesso usano sostanze più dannose della solforosa.

Batonnage, uso accorto dello zolfo in vigna evitandolo negli ultimi 80 giorni prima della vendemmia, assaggi e verifiche. Sembra semplice, il trucco, ma solo un gran lavoro consente di limitare, e talvolta evitare, l’uso del bisolfito nel vino.
Gli chiedo, ma allora se tutte le varie associazioni di Vignaioli Naturali si unissero assieme, trovando magari un insieme minimo di norme da rispettare, la potenza d’impatto sarebbe ben maggiore.
Certo, risponde Angiolino, ma “… noi di Vin Natur facciamo analisi a campione sui nostri associati, e nel corso degli anni tanti produttori sono usciti per non aver, coscientemente, rispettato i vincoli sugli usi di sostanze chimiche“. E questo, continua abbassando gli occhi come a scacciare pensieri poco piacevoli, “ha anche provocato la rottura di qualche amicizia. Non abbasso uno standard che ho creato io per andare d’accordo per forza con tutti. Fare le analisi comporta uso di tempo e di soldi: noi le facciamo, usando appunto tempo e soldi. Quando anche le altre associazioni faranno lo stesso potremo parlare finalmente la stessa lingua; io ho fatto la domanda, dice fiero, ora sto aspettando le loro risposte“.
Comunque la pensiate, parlare mezz’ora con Angiolino Maule assaggiando i vini de La Biancara è un grande insegnamento.

[continua]

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