Hashtag cloud

L’analisi dei dati dai Social Network è una delle attività necessarie per chi si occupa di strategie di comunicazione.

Esistono in rete numerosi tool per fare questo lavoro, molti sono gratuiti, altri con minima spesa mettono a disposizione strumenti di aggregazione più verticali.

La cosa migliore, però, rimane quella di scaricare i dati relativi ad un account, o un hashtag ad esempio, ed analizzarli con software di network analysis dedicati, come Gephi, gratuito, o il più complesso R. 

Per fare questo sono necessarie competenze sia di programmazione, per scrivere#wine bene le query al database, che di analisi delle reti. E’ però vero che sono necessari se si devono impostare campagne di marketing intensive e, soprattutto, se si hanno le disponibilità economiche per permettersele.

Analizzare i dati provenienti da Twitter o da Facebook, come l’nterazione tra utenti, le parole chiave (tag o hashtag) utilizzate, gli influencer (ossia i top user raggiunti dai nostri post o tweets), il sentiment (il ‘tono’ positivo, neutrale o negativo dei commenti sulla propria fan page), tutto questo dicevo richiede parecchio tempo e notevoli competenze. I costi sono proporzionali, sia al tempo che alle competenze.

In genere viene fatto un lavoro preventivo, una misurazione di massima per vedere come impostare la campagna pubblicitaria, poi si parte e si misura continuamente, così da indirizzare sempre meglio il messaggio che vogliamo condividere.

#vinoSi possono però avere informazioni su come venga visto il nostro account aziendale, o la nostra fan page, anche con attrezzature meno sofisticate. L’errore più ricorrente nell’utilizzo dei Social Network è di considerarli solo vetrine, strumenti cioè ad una sola direzione, dall’impresa al cliente.

Viceversa, la rete deve essere usata per interagire, allargando le maglie della propria network, parlando e rispondendo ai clienti, fornendo più informazioni di quelle che si possono trovare sul proprio sito o, nel caso del vino, nella retroetichetta delle proprie bottiglie.

Più per divertimento che altro, ho utilizzato un paio di tool, quasi gratuiti, per iniziare a vedere cosa succeda nel mondo Wine Social, concentrandomi sul solo Twitter. 

Il primo è CyBranding, che recupera da Twitter, nella versione a pagamento base (5$/mese),  otto giorni di tweet; il secondo è il più noto HootSuite, che costa 9.99$/mese, ma consente di estrarre i dati presenti almeno dal 2012. Hanno anche la possibilità di un free trial di un mese gratuito, sebbene limitato nel numero di query possibili. HootSuite, in particolare, ha la possibilità di estrarre i dati in formato csv e quindi analizzarli con un foglio di calcolo (OpenOffice è gratuito, oppure il famigerato Excel). Un altro tool che consente una buona analisi di hashtag e di user di Twitter è twitonomy, ad un costo di 19$/mese; anche la versione a pagamento è limitata all’analisi degli ultimi circa 3200 tweet.

Come vedete sono spese piuttosto esigue, fatturabili, che però consentono di verificare il proprio andamento in rete.

La prima cosa che ho fatto è stata verificare l’hashtag #vino

L’andamento di questa parola nel corso del 2013 è stato piuttosto basso, come si vede dal grafico; il picco di marzo 2013 è dovuto non ad una improvvisa passione per il vino, bensì al fatto che il campione dei Lakers Kobe Bryant aveva annunciato il suo nuovo nickname che, guarda caso, è proprio ‘Vino’.

Gli hashtag più usati insieme a #vino infatti sono Lakers e BlackMamba (il precedente soprannome di Bryant).

Compare però anche #enoturismo e, ovviamente, #wine.

Così, vediamo il termine in inglese.

Le citazioni dell’hashtag #wine sono aumentate da una media di 5000/day a circa 7000/dayinfluencer (ovvio che qui abbiamo un numero di utenti maggiore rispetto alla parola italiana); gli hashtag più utilizzati assieme a #wine sono però indicativi di come si parli di vino: #winelover, #friends, #love, #food, #travel e, stranamente, #beer. 

Negli ultimi 8 giorni l’hashtag #wine ha raggiunto complessivamente più di 100 milioni di utenti: questo significa semplicemente che i potenziali lettori di un tweet con questo hashtag sono 100 milioni. In media sono stati inviati 5800 tweets al giorno contenenti #wine.

Il linguaggio più utilizzato è chiaramente l’inglese, l’Italia nell’uso di #wine viene sopravvanzata dalla Germania.

L’influencer è un utente con un gran numero di followers ed i cui tweet, o post in genere, vengano citati o siano soggetto di RT da parte di un considerevole numero di utenti. 

Per la parola  #wine, il top influencer è @For_Sale_ che è un account di marketing di vendita su web; solo tre sono gli account legati al vino che troviamo tra i 10 Top Influencer, ossia @alawine (Ken ‘Alawine’ Waggoner), @eaglesnestwine, una famosa enoteca di San Diego, California, e buon ultimo @robertMparkerjr.

travel winePuò essere interessante anche verificare il numero di tweet che contengono 2 parole chiave; io ho preso come esempio #travel e #wine. Il risultato lo vedete nel grafico qui di fianco. 

E’ indubbio che una analisi di questo tipo possa far capire le tendenze del mercato; è necessario rendersi ben conto, però, che spesso in rete si assiste a fenomeni del tutto casuali ed estremamente momentanei. E’ come se volessi vendere alberi di Natale tutto l’anno basandomi sulle stime dei tweet del mese di dicembre. 

Nel prossimo post vedremo come si comportano i vini italiani su Twitter.

2 pensiero su “#Wine Social Network”
  1. Ciao Rolando.

    Sono Tatiana da CyBranding.com. Grazie per averci nominato nel tuo articolo. 🙂 Lo diffonderò su tutti i nostri profili social media.

    A proposito, come va con il nostro servizio? Se hai qualche domanda puoi contattarmi direttamente (ti ho inviato una e-mail ieri).

    Buona giornata.

    Tatiana

    1. E’ un servizio che uso e quindi è normale che lo abbia citato. Ti risponderò in giornata, l’email l’avevo vista. Grazie del tuo passaggio qui.

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